C’è chi si è salvato e ha rivisto la sua famiglia ma provato ma soprattutto c’è chi non è tornato poiché in trincea è diventato “carne da cannone”. A oltre un secolo dalla fine, la Grande guerra è ancora viva nella memoria collettiva e per evitare che, col passare delle generazioni, finisca nell’oblio, ci sono iniziative come quella promossa dal Circolo Culturale Sardo di Biella in collaborazione con il Comune di Biella. L’obiettivo è ricordare i caduti sardi e piemontesi della Prima guerra mondiale. Come? In una piazza della città piemontese la pavimentazione sarà costituita con le “pietre di riuso“, sulle quali vengono scolpiti il nome del Comune aderente con il numero dei caduti di quella comunità. Voltaggio ha aderito all’iniziativa impiegando, come spiega il sindaco, Giuseppe Benasso, “una lastra di luserna, già utilizzata sulla pubblica via”.

Soldati in trincea durante la Prima guerra mondiale

Il numero indicato è 43, tanti quanto i voltaggini morti al fronte tra il 1915 e il 1918. Dice Benasso: “Attualmente la popolazione del Comune di Voltaggio ammonta a 700 persone, ma anche quando, un secolo fa, gli abitanti erano almeno il doppio, i 43 caduti nei tre anni e mezzo di guerra risultano comunque tanti. Si trattò di ragazzi del ‘99 o anche del ‘900, ma molti furono, tra loro, i padri di famiglia, che avevano lasciato a casa mogli e bambini in tenerissima età, molti dei quali non conobbero neppure il padre. Ancor oggi c’è chi ricorda nonni morti in guerra più di 100 anni fa, c’è anche chi li ricorda entrambi caduti, i suoi nonni, in quanto i suoi genitori erano entrambi orfani di guerra”. La pietra di riuso di Voltaggio è già stata inviata a Biella e farà quindi parte della piazza dedicata al caduti della Grande Guerra.