I fiumi trasformati in deserti? “Non è colpa solo della siccità”.

Andrea Mandarino, consigliere delle Aree protette del Po Piemontese e ricercatore universitario, da anni studia il torrente Orba. Ha partecipato al salvataggio di quintali di pesci nelle poche pozze rimaste: “La responsabilità è soprattutto dei prelievi idrici”.

0
665
L'Orba desertificato

I fiumi come deserti? La colpa non è solo della siccità. Lo sostiene Andrea Mandarino, consigliere delle Aree protette del Po Piemontese e ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova. Mandarino ha partecipato al salvataggio di quintali di pesci lungo il corso dell’Orba nelle poche pozza d’acqua rimaste. Un situazione definita gravissima poiché il torrente è desertificato per chilometri. All’interno della Riserva Naturale del Torrente Orba, tra Casalcermelli e Bosco Marengo, il personale delle Aree protette, le guardie ecologiche della Provincia e le guardie ittiche della Federazione della pesca sportiva hanno portato i pesci a monte della riserva naturale, in tratti dove l’acqua è ancora presente. Negli ultimi undici chilometri di torrente, cioè all’incirca tra Portanova e la Bormida, sostiene il ricercatore, tra l’inizio di luglio e l’inizio di agosto si è assistito a un progressivo prosciugamento dell’alveo fino alla totale scomparsa di acqua, a eccezione di alcune sporadiche pozze tuttora in fase di restringimento. Secondo Mandarino, l’assenza di acqua non è attribuibile solo al clima, la responsabilità è anche dei prelievi idrici, agricoli, industriali e antropici in generale: “Queste attività hanno profondamente ridefinito il ciclo dell’acqua, impoverendo le acque superficiali e le falde; le condizioni atmosferiche che hanno caratterizzato questa torrida estate e che con ogni probabilità si ripresenteranno con sempre maggiore frequenza hanno marcatamente aggravato la situazione, evidenziandone la drammaticità”. Servono stime sulla reale quantità di acqua disponibile e utilizzabile, sostiene, “conoscendo innanzitutto il sistema delle disponibilità, dei consumi reali e della domanda potenziale”.