Nonostante una primavera piovosa come non mai, alcuni dei pozzi che alimentano l’acquedotto di Gavi potrebbero andare in crisi. Il problema è dovuto sia alla pesante siccità del 2017 sia all’eccessivo utilizzo dell’acqua potabile per innaffiare orti e giardini in queste settimane, comportamento che ha spinto Gestione Acqua, gestore della rete idrica gaviese, a segnalare al Comune la necessità di emettere un’ordinanza che imponga l’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto solo per scopi alimentari e igienici, vietando tutto il resto. Ieri il sindaco Rita Semino ha emanato il provvedimento, che prevede multe di 150 euro per i trasgressori.

La vasche dell'acquedottodi Gavi vicino alla cascina Campagnola
La vasche dell’acquedotto di Gavi vicino alla cascina Campagnola

“Le falde dei pozzi profondi che alimentano l’acquedotto di Gavi – sostiene la società – non hanno ancora ripreso la loro completa produzione a causa dell’eccezionale siccità della scorsa stagione”, quando le precipitazioni furono praticamente assenti dalla primavera all’autunno, oltretutto con temperature molto elevate. Ad agosto dello scorso anno Gestione Acqua mise sotto osservazione in particolare il pozzo scavato nella Lomellina: la falda era andata in crisi e alcun frazioni rischiarono di rimanere all’asciutto. L’uso esagerato dell’acqua potabile per altri scopi, recita l’ordinanza di ieri, “sta mettendo in crisi i serbatoi comunali” e qualche abitazione ha avuto qualche minimo problema. Inoltre, in queste settimane la popolazione potrebbe aumentare con l’arrivo di villeggianti e turisti. Ora l’auspicio è che si facciano i controlli necessari.