“Cementir vergognosa, Cociv invece si è mostrato vicino al territorio”. Si può sintetizzare così il messaggio lanciato dai sindacati e dalle istituzioni nella conferenza stampa di oggi pomeriggio nel municipio di Arquata Scrivia, convocata per illustrare l’accordo sottoscritto in mattinata in prefettura in base al quale, è stato detto, tutti i 23 esuberi (su meno di 60 dipendenti) del cementificio saranno ricollocati. I rappresentanti delle tre confederazioni sindacali del settore di Cigl, Cisl e Uil si sono espressi con toni duri nei confronti dell’azienda per il suo atteggiamento durante i 9 giorni di occupazione della fabbrica, tanto che il sindaco Alberto Basso ha parlato di “violenza” nei confronti dei dipendenti in sciopero. Presenti alla conferenza stampa anche i rappresentanti delle minoranze consiliari arquatesi.
Da domani, venerdì 27 gennaio, il presidio organizzato dalle maestranze sarà smantellato poiché entro marzo 10 esuberi saranno ricollocati dalla Cementir presso la Betontir, società del gruppo Caltagirone che opera nei cantieri del Terzo valico a Castagnola (Fraconalto) e Moriassi (Arquata) nella produzione di calcestruzzo, “alle stesso condizioni contrattuali attuali” hanno specificato i sindacati. Per gli altri 13, 5 saranno assunti direttamente e subito dal Cociv, “anche se al momento non ha bisogno visto che i cantieri sono fermi” mentre gli altri 8 saranno assunti entro settembre o dal consorzio o dalle nuove aziende affidatarie degli appalti. Tutti saranno ricollocati con contratti a tempo indeterminato.
Dure le parole dei sindacati, come si diceva, nei confronti della Cementir. “Oltre chiudere il riscaldamento – ha detto Giuseppe Manta, segretario regionale Feneal Uil – hanno persino proposto agli scioperanti di trasferirsi in un capannone che l’azienda avrebbe affittato pur di togliere il blocco”. L’azienda ha inserito fra i 23 licenziati anche i tre rappresentanti interni dei sindacati, che ora lavoreranno fuori dallo stabilimento “ma Cementir non creda che il sindacato resti fuori dalla fabbrica”, hanno intimato i sindacalisti.
L’azienda non rilascia dichiarazioni mentre il Cociv coglie la palla al balzo e sostiene di aver confermato, con la firma dell’accordo, “il proprio impegno per la risoluzione dei problemi occupazionali e sociali nel territorio interessato dai cantieri”.
Nessun certezza però sul fatto che i cantieri del Terzo valico riaprano entro settembre. Sulla realizzazione dell’opera pesa ancora l’incertezza sul commissariamento del consorzio, decisione che è nelle mani del prefetto di Roma.