Se vogliamo salvare la nostra agricoltura si deve intervenire sugli ungulati”. È il messaggio arrivato dall’incontro che nei giorni scorsi si è svolto a Belforte Monferrato tra i presidenti di cinque Unioni montane e i rappresentanti dell’Uncem, l’Unione comuni e comunità montane (Uncem), Un appello che recepisce il grido d’allarme che da mesi stanno lanciando gli agricoltori e i viticoltori in particolare, nel 2017 colpiti in maniera particolare dalle incursioni di cinghiali e caprioli. Un tema che sarà affrontato domani, lunedì, alle 9,30, nella sede della Provincia, ad Alessandria, nella riunione convocata dal presidente Gianfranco Baldi alla quale prenderanno parte associazioni agricole e venatorie e l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia Giorgio Ferrero per valutare la proposta di piano di abbattimento straordinario da mille caprioli.

Franco Ravera (in piedi), sindaco di Belforte
Franco Ravera (in piedi), sindaco di Belforte, in una foto di repertorio.

A Belforte i presidenti delle Unioni Alto Monferrato Aleramico, Suol d’Aleramo, Dal Tobbio al Colma, Tra Langa e Alto Monferrato e Val Lemme hanno ricordato che “le aziende agricole chiedono un impegno legislativo e operativo regionale per il contenimento di ungulati e animali selvatici che hanno invaso il nostro territorio. Sono troppi e i danni per il settore agricolo, per le imprese, sono ingenti”. Lido Riba, alla guida dell’Uncem, ha detto: “I sindaci raccolgono il grido di allarme delle imprese. Provincia e Regione devono essere accanto ai Comuni nel risolvere un problema non certo nuovo, ma che è decisivo per il futuro del settore agricolo e pastorale”. A proposito del piano provinciale, Franco Ravera, sindaco di Belforte e presidente dell’Unione Dal Tobbio al Colma, dice: “Lo condivido del tutto. Gli agricoltori sono all’esasperazione: c’è chi ha perso interi ettari di vigneto, dove non ha potuto raccogliere nulla. Se vogliamo tutelare quelle poche persone che ancora lavorano la nostra terra in qualche modo si deve agire. Se prima il problema degli ungulati era circoscritto alle aree più vicine ai boschi, ora la diffusione di questi animali è arrivata alla collina e alla pianura”.

All’incontro ha preso parte anche Antoniotto Guidobono Cavalchini, assessore a Cantalupo Ligure e docente di Ingegneria Agraria all’Università di Milano. “Condivido totalmente le preoccupazioni dei colleghi amministratori – afferma -. Sono certo che l’agricoltura nei nostri territori può crescere, con nuove imprese e maggior valore, ma serve un piano valido per limitare la presenza di animali che si sono inseriti negli spazi vuoti, nelle aree abbandonate dall’uomo, proliferando e diventando così un’emergenza per tutto il comparto agricolo. Si deve intervenire per far fronte a questo aumento dannoso di fauna che mina la sopravvivenza delle imprese agrosilvopastorali”. Il presidente della Provincia Baldi spiega: “Vorrei sottolineare che non c’è ancora nulla di approvato e che domani il piano sarà valutato da tutti. Resta il fatto che dubito che lo Stato abbia risorse illimitate per pagare i danni agli agricoltori causati dalla fauna selvatica, quindi si deve fare qualcosa”. Il piano dovrà ottenere l’ok dell’Ispra e soprattutto della Regione.