ospedale di Tortona

«Stiamo lavorando per alzare il livello dei servizi e potenziare i piccoli ospedali come Tortona che durante il Covid ha dato prova di grande efficienza. In primis rivedere la legge Balduzzi e la delibera 1-600. E poi un progetto di collaborazione con il privato, viste le difficoltà nel reperire medici con i bandi pubblici».

Così l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi ha risposto ai medici tortonesi l’altra sera, alla conviviale del Rotary Club Tortona sull’analisi della situazione sanitaria tortonese con le relazioni del presidente della Società medico chirurgica Claudio Massolo, e della presidente della Consulta delle associazioni di volontariato Pia Camagna.

Icardi ha parlato di collaborazione con il privato per un progetto di gestione dei reparti con il controllo pubblico: un partenariato in grado di far fronte anche ai problemi di carenza del personale, perchè il privato può assumere con maggiore flessibilità. «Molto spesso il privato rappresenta una costola del nostro sistema sanitario che può renderlo più efficiente contribuendo ad alzare il livello dei servizi – ha detto l’assessore -, aiutandoci a ridurre la mobilità passiva che nel 2019 è costata 211 milioni alla Regione: in pratica ogni anno regaliamo un ospedale alla Lombardia».Icardi alla conviviale Rotary Tortona

Il presidente del Rotary Club Tortona, Domenico Traversa, ha chiamato come relatori due protagonisti della sanità tortonese che hanno tracciato un quadro desolante dello stato dei servizi sanitari sul territorio tortonese. Il dottor Claudio Massolo, medico di famiglia, ha evidenziato le difficoltà che i pazienti affrontano ogni giorno per accedere alle prestazioni nell’ambito dell’Asl alessandrina. Già per la prenotazione di esami e visite ambulatoriali bisogna attendere ore per comunicare con un operatore di call center. Le prenotazioni poi vengono assegnate in tempi lunghissimi, nonostante le priorità segnalate dai medici e, peggio ancora, in ambulatori situati un po’ ovunque in provincia.

«In ospedale poi mancano cardiologi, neurologi e rianimatori – ha detto Massolo -, il Pronto soccorso è affidato a medici esterni retribuiti a gettone e le prestazioni che ne derivano sono scarse. Durante il periodo Covid l’ospedale e tutto il suo personale hanno dato una prova di grande efficienza al punto che la struttura è risultata un presidio fondamentale per fronteggiare l’emergenza. I nostri concittadini però oggi si trovano un ospedale ulteriormente impoverito e in contrasto con le promesse di potenziamento ricevute dopo il sacrificio sofferto nella fase acuta della pandemia».

«Il nostro ospedale è un gioiellino, non dobbiamo lasciarlo andare – ha detto la dottoressa Pia Camagna -. Prima del Covid il reparto di Medicina aveva 32 posti letto più 13 di subintensiva e 6 di utic (unità di terapia intensiva coronarica); adesso ne ha 23 + 3 grigi per coloro che devono ancora effettuare il tampone. La Chirurgia aveva 21 posti più 24 di day surgery multidisciplinare, ora ne ha 21 più 3  “grigi” e l’Ortopedia 17. In totale 61 posti letto + 6 grigi, mentre prima del Covid erano 120: praticamente un ospedale dimezzato. La rianimazione ha 6 posti però è di secondo livello perché non c’è più il Dea. Vorremmo che ritornasse l’ospedale pre Covid e anche un po’ di più. A Tortona ci sono sempre più persone sole e anziane, non possiamo mandarle fuori città per le prestazioni sanitarie. E’ un problema sociale non indifferente».

 

«L’ospedale per Tortona è un punto cardine imprescindibile – ha detto il sindaco Federico Chiodi -: voglio che eroghi i servizi che necessitano ai cittadini, che ci sia la cura delle acuzie e che non ci sia il rischio di morire perchè si sta male a Tortona, che l’ospedale sia in grado di affrontare al meglio quante più patologie possibile. Se questo viene fornito tramite una struttura semplice o un primariato, dal pubblico o dal privato, per me è indifferente, se soddisfa i bisogni dei cittadini».


Intanto i letti di Ortopedia che prima erano in Chirurgia, sono stati riattivati al primo piano dell’ospedale
(15 più 2 “grigi” per coloro che devono ancora effettuare il tampone), permettendo un migliore funzionamento del reparto e della sala operatoria e di liberare spazi per una eventuale seconda ondata di contagi. «Come previsto nel piano di emergenza per il Covid 2 – spiega il sindaco Chiodi – in una eventualità di contagio limitato a Tortona, verrano messi a disposizione 40 letti separati dal resto dell’ospedale, che manterrà la sua funzionalità. Sono letti a rapida conversione: possono essere usati finchè non c’è l’emergenza, poi vengono convertiti all’istante e diventa zona rossa. Attualmente sono una sessantina i posti letto attivati nei vari reparti».