Martedì 25 aprile lascio l’ashram di Sivananda dove ho trascorso la Pasqua. Dopo 8 ore in bus mi fermo a Haridwar, una città famosa per i suoi rituali nel Gange al tramonto. Un bel bagno nel fiume sacro è il miglior modo per lavare via la stanchezza. Il mattino dopo mi sveglio all’alba e, dopo un’ultima immersione nell’acqua fredda, sono pronto per la prossima meta: Delhi.

Non sono mai stato nella capitale indiana e ho deciso di visitarla per due motivi principali: vedere vari luoghi che hanno fatto la storia di questa nazione e incontrare alcuni cari amici. Sono ospitato da Padre Noel, un Salesiano che conosco da 10 anni. Mi dice di bere in abbondanza e di stare molto attento al caldo e il giorno dopo, mentre sono in giro per la città, capisco la portata del suo consiglio: la temperatura torrida (40 gradi), l’inquinamento e la polvere creano un mix fatale! Nonostante ciò nei giorni successivi visito le attrazioni principali: il Red Fort (il palazzo dell’imperatore moghul), l’Indian Gate (un enorme arco di pietra per ricordare i caduti della prima guerra mondiale), il palazzo presidenziale, ecc. Ma ciò che mi attrae maggiormente sono i musei dedicati ad alcuni personaggi chiave della storia del 900: Gandhi, Nehru, Indira Gandhi. Il primo non ha bisogno di presentazioni: la Grande Anima (Mahatma) è stato uno dei più grandi esseri umani di tutti i tempi, con la sua lotta non-violenta per l’indipendenza e la sua moralità universale basata sulla Verità. Visito il luogo dove fu assassinato il 30 gennaio 1948 e sono sicuro che, anche se il se il mondo a tratti appare dominato dalla violenza, il suo messaggio non morirà mai.

Altrettanto interessanti sono i musei dedicati a Nehru, il primo Primo Ministro dell’India indipendente (dal 1947 al 1964), e a sua figlia Indira Gandhi, anche lei a varie riprese a capo del governo e assassinata da una sua guardia del corpo nel 1980. Suo figlio Raiiv (anche lui Primo Ministro e assassinato nel 1991) sposò l’italiana Sonia Maino, ormai indiana e universalmente nota come Sonia Gandhi. Lei è ancora al comando dello storico Partito del Congresso (che nel 2014 ha perso le elezioni) insieme al figlio Rahul.

Dopo aver passato tre giorni in giro per musei, sudando sette camicie per il caldo assurdo, gli ultimi due giorni sono più tranquilli e dedicati a vari amici che per una serie di coincidenze si trovano a Delhi. Rivedo così François, un francese che ha viaggiato in bicicletta per due anni dall’Olanda all’India (racconto la sua storia nel mio libro “Massi on the road in India”). Si è trasferito nella capitale per insegnare yoga, ma pensa di lasciare presto perché il caldo e l’inquinamento lo stanno massacrando! Rivedo anche Ben (irlandese) e Kati (austriaca), cari amici dai tempi di Vienna. Sono al termine di un viaggio di 5 mesi in India, soddisfatti delle grandissime esperienze avute in questo magico paese, ma anche contenti di tornare a casa in Europa. Infine, nella stazione dei treni di Nuova Delhi, incontro Paolo, un grande amico di Roma, che da 30 anni gira l’India in lungo e in largo e si appresta a compiere un pellegrinaggio nell’Himalaya, alle sorgenti di quattro fiumi sacri.

Martedì 2 maggio alle 16.30 del pomeriggio salgo sul treno: 1400 km in 22 ore da Delhi e Mumbai, punto di partenza e tappa finale di ogni viaggio in India!