La sede del Csp a Novi Ligure

Arquata non condivide il progetto del Consorzio servizi alla persona (Csp) del Novese di istituzione del cosiddetto “fondo sperimentale per criticità socio-economiche dovute alla sospensione o perdita del posto di lavoro”. Lo spunto era nato dalle vicende Pernigotti e Iperdì di Novi Ligure, centinaia persone che avevano o hanno perso il posto di lavoro e, in attesa degli ammortizzatori sociali, si sono ritrovate in gravi difficoltà economiche per diversi mesi. Secondo il vicesindaco di Novi Ligure Felicia Broda, assessore alle Politiche sociali, l’istituzione del fondo era necessaria poiché le regole Csp sull’erogazione dei contributi a chi ha perso il lavoro fanno riferimento alla situazione patrimoniale dell’anno precedente, quando il reddito c’era. “Innanzitutto – spiega l’assessore Nicoletta Cucinella – l’assemblea dei sindaci del Csp ha solo preso atto del progetto ed è emerso che si tratta di un “servizio aggiuntivo”.

Nicoletta Cucinella

L’indirizzo è quello di creare il servizio in forma sperimentale con quote di 0,42 euro ad abitante per ogni Comune, che potrà aderire o meno all’iniziativa. Questo perché il Csp eroga servizi socio assistenziali mentre per quanto riguarda l’assistenza ai disoccupati il compito spetta alla Regione e al ministero del Lavoro. A mio avviso, da parte dei Comuni è impossibile rispondere a tutti i cassa integrati, oltretutto con cifre che sarebbero ridicole e che non risolvono nulla”. L’assessore ricorda che, a parte chi ha perso il lavoro e attende la cassa integrazione, ci sono situazioni ben più gravi, con persone disoccupate da due o tre anni senza ammortizzatori sociali. “Gli strumenti per intervenire – prosegue Cucinella – nei casi in questione comunque esistono già, per esempio l’Isee istantaneo, per cui la proposta di Novi sembra uno specchietto per le allodole in quanto i casi Pernigotti e Iperdì sono avvenuti in quella città”.