I Velo ok che caratterizzano ormai molte strade provinciali, specie a ridosso dei centri abitati, sono tutti a rischio. Nel senso che potrebbero essere fuorilegge, soprattutto le multe che vengono comminate grazie a loro. La questione è salita alla ribalta nazionale sin dal 2013 e stavolta interessa direttamente anche la nostra provincia dopo la sentenza del giudice di pace di Alessandria che ha annullato una multa. Ad elevarla erano stati i vigili del Comune di Castellazzo Bormida nei confronti di un automobilista di Casalcermelli, “beccato” al volante mentre percorreva la strada nei pressi del santuario della Madonnina dei centauri a 92 km orari, fregandosene del limite dei 50 orari, almeno secondo quanto registrato dal dispositivo utilizzato dagli agenti. La polizia municipale ha infatti rilevato l’infrazione utilizzando l’apparecchiatura inserita per l’occasione in uno dei bidoni arancione del sistema Velo ok, con il quale si possono elevare sanzioni solo in presenza di una pattuglia delle forze dell’ordine e utilizzando per l’appunto un autovelox. L’uomo si è rivolto all’associazione Globoconsumatori che si era vista accogliere già diversi ricorsi a Milano e che ha quindi avuto ragione anche ad Alessandria. Il giudice ha fatto infatti proprie le osservazioni del sodalizio: per legge le apparecchiature per il controllo della velocità devono essere omologate, cosa ben diversa dalla procedura di approvazione.

Un Velo ok a Francavilla Bisio

Quest’ultima, spiegano dall’associazione, “spetta al ministero delle Infrastrutture, che deve verificare se l’apparecchiatura rispetta i criteri tecnici previsti dalla legge. L’omologazione, invece, tocca al ministero dello Sviluppo economico. Dovrebbe avvenire come, per esempio, per le bilance dei negozi: una volta l’anno si verifica se l’apparecchiatura funziona bene e quindi misura correttamente. È la cosiddetta taratura. Due cose ben distinte”. La polizia municipale di Castellazzo ha invece sostenuto che fra i due termini non ci sarebbe differenza ma il giudice ha annullato il verbale. “Il bello – prosegue ancora la Globoconsumatori – è che l’omologazione di queste apparecchiature di fatto non esiste. E questo vale anche per i autovelox, tutor e Speed Check. Le forze dell’ordine potrebbero semplicemente utilizzare i semplici cavalletti impiegati dalla polizia stradale in autostrada invece di spendere decine di migliaia di euro e vedersi annullare le multe dal giudice. Oltretutto, secondo il Codice della strada, gli enti in questi casi dovrebbero addirittura essere multati con sanzioni da 800 a 3 mila euro e vedersi confiscate le apparecchiature. Le regole sulle strade vanno rispettate da tutti ma, in primis, da chi è preposto a farle rispettare agli automobilisti”. La sentenza potrebbe essere considerata un precedente anche per altri giudici che si vedranno arrivare ricorsi contro le multe comminate con i dispositivi elettronici. I bidoni arancioni, senza contare altri dispositivi, sono ormai presenti anche in molti Comuni del Novese e del Tortonese