Nell’autunno 2011, il giorno prima che il governo Berlusconi facesse le valigie, l’allora ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli (Pdl), scomparso nei giorni scorsi, firmò il documento che, come disse Stefano Lenzi del Wwf, “mise lo Stato con le spalle al muro nei confronti del Cociv”. L’atto integrativo consentiva in sostanza l’apertura dei cantieri del Terzo valico e il finanziamento dell’opera. Venerdì, il governo a guida Pd, con l’ultima riunione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), ha invece deciso la copertura finanziaria agli ultimi due lotti, il quinto e il sesto, della linea ad alta capacità priva di un’analisi costi-benefici adeguata, quindi senza certezze sulla sua reale utilità. Il sostegno bi-partisan alla Grande opera da 6,2 miliardi si è quindi completato poco prima di Natale e a pochi giorni dallo scioglimento del Parlamento in vista delle elezioni politiche di marzo. Con gli ulteriori 2,3 milioni di euro assegnati al Cociv tutta l’opera è stata così finanziata e chiunque andrà al governo in primavera difficilmente potrà, eventualmente, fermare i lavori, per altro in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Attualmente, sono stati aperti i cantieri dei primi quattro lotti, per un impegno di spesa totale di 3 miliardi e 597 milioni di euro. Soltanto un anno fa il Terzo valico era nella bufera: i vertici del Cociv e delle aziende sub appaltatrici erano in carcere e quasi tutti i cantieri fermi. Con l’arrivo del commissario Marco Rettighieri il consorzio di imprese ha riassegnato gli appalti tolti alle aziende finite nei guai per corruzione e altri reati e persino per legami con la ‘ndrangheta calabrese e ora si parla del 2022 per la conclusione dei lavori.

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La talpa del cantiere basso Pieve a Novi Ligure

Il governo ha anche approvato la tanto attesa (dal Comune di Novi Ligure) eliminazione dello Shunt, il tratto di ferroviaria tra Novi e Pozzolo Formigaro che doveva collegare il Terzo valico alla linea per Alessandria. Con questa decisione, che elimina 7 km di nuova ferrovia e fa risparmiare 42 milioni di euro, i treni merci del Terzo valico transiteranno nella città di Novi Ligure sulla linea storica, con tutte le problematiche che si possono immaginare quanto meno per il rumore e la velocità dei convogli, per far arrivare le merci nello scalo di San Bovo allo scopo di riattivarlo dopo decenni di quasi abbandono. Queste, almeno, le intenzioni degli amministratori novesi. Infine, l’esecutivo ha dato il suo ok anche ai 60 milioni destinati agli 11 Comuni interessati dal Terzo valico. Approvati gli altrettanti progetti presentati dalle singole amministrazioni finanziati con un milione di euro ciascuno e stanziati 49 milioni per il fantomatico Progetto condiviso di sviluppo per l’alessandrino, ancora in fase di elaborazione. I sindaci e il commissario di governo Iolanda Romano hanno brindato ad Alessandria, nella sede della Provincia, dopo l’ok del Cipe (nella foto).

I binari della stazione di Novi Ligure

“Non posso che esprimere soddisfazione per questo risultato frutto di un intenso lavoro preparatorio congiunto – ha dichiarato il presidente della Regione Sergio Chiamparino -. In particolare l’approvazione della variante che elimina lo shunt di Novi Ligure rappresenta un obiettivo perseguito dal territorio per ridurre il consumo di suolo, fornendo nel contempo tutte le necessarie garanzie in termini ambientali e di sicurezza. Ora l’opera potrà proseguire e come Regione continueremo ad operare per assicurare che essa abbia le necessarie ricadute occupazionali ed economiche nei comuni interessati, a partire dal progetto di sviluppo che ora potrà finalmente essere concretizzato”. Il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere ha commentato: “La decisione del Cipe conferma quello che l’amministrazione comunale di Novi Ligure auspicava già da molto tempo. Leggeremo con attenzione la delibera per valutare le prescrizioni allegate. Ora la battaglia è rivolta a migliorare i collegamenti ferroviari fra le città di Novi, Milano, Genova e Torino. E nello stesso tempo valuteremo quello che emergerà dalla manifestazione di interesse relativa all’utilizzo di Novi-San Bovo”. Paolo Mighetti, consigliere regionale 5 Stelle, è di tutt’altro avviso: “Alla fine sono riusciti a mettere in sicurezza questo progetto. Con gli atti successivi del ministero dello Sviluppo economico che metteranno i soldi a disposizione del Cociv da qui all’insediamento del nuovo governo sarà molto difficile, se non impossibile, tornare indietro, essendo atti amministrativi e non politici. Avremo quindi una linea ferroviaria che si ferma a Tortona, costosissima, utile a chissà chi, che farà passare, tra l’altro, i treni ad alta velocità dentro Novi Ligure per cercare di realizzare quello che rimane un sogno, far ripartire San Bovo”.