Non ci sono prospettive positive sul futuro del Lercaro, tranne che una modifica allo stato giuridico della casa di riposo per rispettare la nuova normativa regionale, da adeguare entro un anno: fondazione privata o azienda pubblica di servizi alla persona. La situazione finanziaria resta pesante non si vedono ancora grossi spiragli, come è emerso dal Consiglio comunale aperto dell’altra sera, a Ovada, richiesto dai gruppi di opposizione. L’Ipab è commissariato dal 2016 dopo le dimissioni del presidente Emanuele Rava e del cda. Dal Consiglio comunale è emersa la volontà, da parte del Pd locale, di aprire un “tavolo di confronto con tutte le forze politiche” per trovare una soluzione, come ha proposto il segretario cittadino Mario Lottero, proposta che per il centrodestra, come ha spiegato Angelo Priolo, “è tardiva, la barca sta affondando e noi non abbiamo soluzioni da proporre”. Giampaolo Paravidino, direttore del Lercaro, ha illustrato la pesante situazione del bilancio dell’ente: “Nei confronti della coop che gestisce i servizi nella struttura, la Progest, (che ha assorbito la Policoop, precedente gestore, ndr), c’è un’esposizione di 1,6 milioni di euro. Riusciamo a pagare solo a mesi alterni”. Nei mesi scorsi era emerso che per anni la Policoop non aveva mai richiesto i suoi soldi all’Ipab, contribuendo così a creare il maxi debito. Di recente, è emerso un altro debito, stavolta nei confronti dell’architetto Gaetano Dieni, pari a 75 mila euro, per un vecchio contenzioso riferito alla fine del ‘900. “Poi ci sono i mutui – ha spiegato ancora il direttore – che pesano per 75 mila euro ogni sei mesi. Infine, servono soldi per fare investimenti sull’edificio”.

Ovada, il Consiglio comunale dedicato al Lercaro

Paravidino ha sottolineato il miglioramento del servizio nei confronti degli ospiti (86 a oggi) ma anche le necessità di arrivare a 95 posti letto occupati per puntare a risanare il bilancio: “Serve l’aiuto delle istituzioni e del territorio se si vuole andare avanti”. Emilio Braini, consigliere 5 stelle, ha avuto prole dure nei confronti della gestione della casa di riposo: “Il Cda del Lercaro e il presidente sono nomine del sindaco di Ovada: serve una presa di responsabilità. È dagli anni ’90 che il bilancio è in rosso e dal 2011 si è passati da un disavanzo di 450 mila euro a 1,6 milioni. Fra le possibilità future c’è la fondazione ma la legge sugli Ipab prevede anche la chiusura se ci sono debiti”. Ipotesi che deve però essere avanzata dai soci. Piero Spotorno, ex membro del cda tra il 2011 e il 2014: “Va tenuto conto anche che, almeno all’epoca, c’erano crediti per 800 mila euro nei confronti dell’Asl sulle rette degli ospiti”. Al termine del Consiglio, il sindaco Paolo Lantero, ha spiegato: “Da gennaio, con l’entrata in vigore della normativa approvata di recente in Regione, avremo un anno per valutare la nuova forma giuridica ma per la situazione finanziaria va trovata una soluzione in tempi più brevi possibile”. Si attende il bando per assegnare la nuova gestione della struttura.