Ho letto articoli comparsi su svariati siti internet in cui si associa l’indagine che mi riguarda alla ‘ndrangheta. In realtà, l’autorità giudiziaria di Alessandria ha dapprima escluso la ricorrenza di qualsiasi ipotesi di reato e successivamente, con provvedimento di natura cautelare e privo di qualsivoglia definitività, ha sequestrato alcuni beni, tra cui l’azienda di cui sono dipendente, ipotizzando reati finanziari che nulla hanno a che vedere con la ‘ndrangheta”. A parlare è Mariano Berardi, titolare delle lavanderie della catena “Lava&Cuce” dei centri commerciali Iper di Serravalle Scrivia, Bennet di Novi Ligure e Panorama di Alessandria. A lui e ai suoi familiari sono state sequestrati i tre negozi, conti bancari, auto e altri beni, considerati frutto di reati quali trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio. I carabinieri hanno ricordato che l’attività della lavanderia di Serravalle è stata avviata nel 2012 da G.P., pluripregiudicato 43eenne di Lamezia Terme, già affiliato alla locale cosca “Iannazzo-Cannizzaro-Daponte”, killer di ‘ndrangheta con la dote della “Santa”, autore materiale di diversi omicidi – il primo dei quali commesso all’età di soli 15 anni – laureato in giurisprudenza, detto “L’Avvocato”, noto per la sua spiccata capacità imprenditoriale.

I sigilli affissi alla lavanderia di Serravalle Scrivia

Legatosi al territorio alessandrino soprattutto dopo il trasferimento, da Lamezia Terme a Serravalle Scrivia, nel 2012, ha avviato una società attiva nel settore dell’edilizia e della ristorazione, da lui intestata fittiziamente alla moglie e poi ceduta, nel 2013, alla moglie di Berardi, uomo di fiducia di G.P.: quest’ultimo, secondo i carabinieri, nel timore di poter essere colpito da provvedimenti restrittivi e da misure di prevenzione personali o reali, decideva di cederla solo sulla carta, rimanendone, in realtà, comunque fruitore dei guadagni. Infatti, nel maggio 2015 G.P. veniva arrestato nell’ambito dell’operazione “Andromeda”, coordinata dalla DDA di Catanzaro, e l’attività commerciale da lui occultamente condotta passava sotto la gestione di fatto di Berardi, che via via la ampliava con l’avvio di altri due esercizi di lavanderia con analogo marchio “Lava&Cuce”, a Novi Ligure e ad Alessandria. Berardi precisa si essere “del tutto estraneo alla ‘ndrangheta e l’autorità Giudiziaria lo sa perfettamente: in ogni caso l’anticipazione mediatica relativa a un processo che deve ancora iniziare non è in alcun modo accettabile. Chi mi conosce, sa anche della mia perfetta onestà e certamente riuscirò a dimostrarlo in Tribunale non appena sarà possibile“. Le “anticipazioni mediatiche” sono frutto dei comunicati diffusi dall’Arma per illustrare le proprie indagini e i provvedimenti conseguenti