C’è l’ok dell’assemblea dei sindaci alla proposta del cda del Consorzio servizi alla persona (Csp) del Novese di istituzione del cosiddetto “fondo sperimentale per criticità socio-economiche dovute alla sospensione o perdita del posto di lavoro”. Si tratta di soldi che andranno alle persone che hanno perso il lavoro e attendono o non hanno diritto agli ammortizzatori sociali. Il problema era stato sollevato a fine anno dal vicesindaco di Novi Ligure Felicia Broda, assessore alle Politiche sociali: le regole del Csp sull’erogazione dei contributi a chi ha perso il lavoro facevano riferimento alla situazione patrimoniale dell’anno precedente, quando il reddito c’era, quindi era impossibile dare un aiuto a chi attende la cassa integrazione o a chi non la percepirà mai. Lo spunto è arrivato dalla crisi della Pernigotti, che ha lasciato senza lavoro circa duecento persone tra dipendenti e interinali, e dal caso dell’Iperdì, il market di via Oneto che ha riaperto di recente ma i cui venti dipendenti sono rimasti senza stipendio da luglio dello scorso anno. La cassa integrazione per loro è stata decretata solo a dicembre e ci ha messo mesi per arrivare. Per i lavoratori Pernigotti l’accordo è stato firmato a Roma il 6 febbraio e di soldi non se ne sono ancora visti.

Una protesta dei dipendenti davanti all’Iperdì prima della riapertura

I tempi tecnici per l’erogazione sono infatti sempre molto lunghi. Ora il Csp pensa di stanziare tra i 15 e i 20 mila euro l’anno. Una somma che potrebbe anche crescere se i Comuni soci saranno disponibili ad aumentare la quota annuale per ogni abitante versata a favore del consorzio. “L’obiettivo – spiegano dal consorzio – è cercare di avere uno strumento per gestire le crisi delle aziende che investono le famiglie dei lavoratori. I casi Pernigotti e Iperdì hanno fatto scuola ma ce ne sono altre meno note sul territorio dove non sono neppure previsti gli ammortizzatori sociali. Quando la “cassa” è possibile, passano almeno quattro o cinque mesi per veder erogate le somme e nel frattempo le famiglie sono nei guai”. Saranno gli assistenti sociali a stabilire se esistono i requisiti per ottenere il contributo, che sarà necessario a pagare, per esempio, l’affitto. Ora il fondo dovrà essere definito nei dettagli dal punto di vista tecnico.