Inizieranno in primavera le procedure che porteranno alla cattura degli ibridi lupo-cane scoperti in provincia di Alessandria, precisamente nell’Acquese. La presenza del branco, il primo mai documentato in Piemonte, è stata resa nota il mese scorso dalle Aree protette dell’Appennino Piemontese. Il branco è formato da un lupo maschio e da un ibrido femmina di colore chiaro che nel 2021 hanno dato alla luce 4 cuccioli. In queste settimane, fanno sapere dall’ente di Bosio, è stata avviata la procedura partecipata che porterà alla redazione di un Piano locale di gestione del branco come previsto dal progetto LIFE WOLFALPS EU. Le Aree protette dell’Appennino Piemontese hanno già stipulato un accordo di collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, ente che ha maturato 15 anni di esperienza sulla problematica dell’ibridazione. Gli ibridi, una volta catturati, saranno sterilizzati per contrastare l’ibridazione lupo-cane secondo le linee guida dell’Unione europea. All’incontro del 10 febbraio hanno preso parte tutti i soggetti interessati alla questione, enti pubblici e associazioni, ed esperti. Francesca Marucco, professoressa dell’Università di Torino e responsabile scientifica del progetto Life WolfAlps EU, nel suo intervento ha ricordato che “in provincia di Alessandria, dal 2004, è operativo un network per il monitoraggio del lupo, che sta raccogliendo informazioni importanti sul branco dell’acquese con individui ibridi.

Francesca Marucco

Ad oggi, per fortuna, questo è l’unico caso in Piemonte di ibridazione che coinvolge uno dei due soggetti riproduttori. Essendo un evento molto localizzato è oltremodo importante quindi intervenire con tempistiche quanto più veloci possibili”. Il responsabile del servizio conservazione della natura del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Willy Reggioni ha reso note le motivazioni per le quali “l’ibridazione antropogenica, quindi causata direttamente o indirettamente dalle azioni antropiche, è una minaccia per la conservazione del patrimonio genetico del lupo. L’ibridazione che interessa il lupo in Italia è definibile come “intra-specifica” perché riguarda individui che appartengono alla stessa specie. L’ibridazione è un problema per via della possibile “introgressione”, ovvero l’incorporazione dei geni del cane nel patrimonio genetico del lupo. L’ibridazione con estesa introgressione, che si definisce “sciame ibrido”, può essere causa di una vera e propria “estinzione genomica””.

Lupo (foto Cristiani)

Le Aree Protette dell’Appennino Piemontese partono da una situazione non così problematica in quanto il fenomeno è estremamente contenuto. Infine, Luigi Molinari, tecnico faunistico del Wolf Apennine Center, ha spiegato quali sono le attività di campo necessarie per la cattura e la captivazione dei soggetti ibridi e le procedure autorizzative per gli interventi operativi e per la realizzazione delle strutture di detenzione temporanea o definitiva degli animali. Entro i primi giorni di marzo sarà stipulato un contratto con un tecnico per la cattura e un veterinario. Verrà inoltre organizzato un convegno per l’organizzazione della cattura degli ibridi e la formazione del personale dei partner di progetto. “A partire quindi dalla fine di marzo – spiegano dalle Aree Protette dell’Appennino Piemontese – si dovrebbe essere operativi sul territorio. Contestualmente si intensificheranno le attività di foto-trappolaggio per monitorare gli spostamenti degli ibridi e individuare i siti idonei per le future sessioni di cattura”. Il secondo incontro della procedura decisionale partecipata sarà organizzato sabato 5 marzo e darà la possibilità di partecipare a tutti i portatori di interesse (allevatori, agricoltori, cacciatori, ambientalisti, operatori turistici, associazioni di categoria, enti, ecc) inviando una richiesta alla email [email protected]