“Sul Terzo valico fu condotta un’analisi costi/benefici insufficiente e l’opera è sovradimensionata”: parte da queste parole, pronunciate il 6 aprile scorso ad Alessandria dal commissario governativo Iolanda Romano l’esposto sottoscritto, fra gli altri, da Legambiente nazionale e inviato alla Corte dei Conti. Il tema è ancora una volta l’utilità del Terzo valico dei Giovi, la linea ferroviaria ad alta capacità da 6,2 miliardi di euro, in costruzione fra Genova e Tortona, con un impatto già adesso molto pesante sul territorio e non solo. I firmatari dell’esposto (Pro Natura Piemonte, il comitato Alessandria No Amianto dal Terzo Valico, il gruppo consiliare l’Altra Campomorone di Campomorone, oltre a Legambiente nazionale e Piemonte e i circoli Val Lemme e Ovada Valle Stura) evidenziano l’attuale spreco di soldi pubblici e soprattutto quello futuro, ammesso indirettamente anche dalla Romano quando, in occasione del convegno organizzato ad aprile ad Alessandria sulla gestione dell’amianto nella realizzazione dell’opera, rispose con quelle parole sconcertanti a una domanda del consigliere comunale alessandrino Domenico Di Filippo (M5s). Chi viene pagato con soldi pubblici per portare avanti i lavori, cioè l’architetto Romano, ha ammesso che c’è qualcosa che non va nella necessità stessa della linea, quanto meno nel modo in cui è stata concepita e viene costruita. Ora i cittadini ne chiedono ancora conto ai giudici contabili con un nuovo esposto, visto che la Corte dei conti è già stata interessata, al momento senza esito, sui costi per la gestione dell’amianto dai comitati No Terzo valico.

Silvia Bona (No Amianto Terzo valico Alessandria) e Mario Bavastro (Legambiente Val Lemme)
Silvia Bona (No Amianto Terzo valico Alessandria) e Mario Bavastro (Legambiente Val Lemme)

L’esposto è stato illustrato stamattina al bar Delizia di Novi Ligure da alcuni dei sottoscrittori. “L’unica analisi costi-benefici esistente – ha detto Mario Bavastro di Legambiente Val Lemme – è questa, scritta nel 2003 dal Cociv e spuntata fuori dai cassetti nel 2015, dodici anni dopo. Chi deve costruire il Terzo valico si è detto da solo che l’opera è necessaria e aveva indicato nel 2010 che le linee esistenti da Genova verso Nord sarebbero state sature di merci, cosa che non è mai avvenuta. Eppure i lavori nel 2013 sono ripartiti, con l’autorizzazione dello Stato e la connivenza dei sindaci, togliendo risorse alle scuole, agli ospedali e ai servizi in genere destinati ai cittadini”. “Dovevano essere gli amministratori locali – ha detto anche Paola Lugaro, del medesimo circolo – a presentare questo esposto dopo aver ascoltato le parole della Romano. Invece sono rimasti tutti in silenzio, mentre il 65% delle nostre scuole necessita di interventi antisismici e non ci sono i soldi”.

Come è stato evidenziato durante la conferenza stampa, già nel 1991 l’allora amministratore delegato delle Ferrovie Lorenzo Necci, aveva espresso forti dubbi sull’utilità del Terzo valico, come riportato dal quotidiano Il Sole 24 ore: “Dopo l’ok del ministro dei trasporti che ha autorizzato le Fs a perfezionare le strutture organizzative del sistema Alta Velocità, circa l’eventuale concessione al consorzio privato Co.C.I.V. (Collegamenti Integrati Veloci) della linea veloce MI-GE, Necci non nega che la Milano-Genova sia stata una carta di scambio per avere il via sulla Tav; aggiunge inoltre che le FS non hanno alcun dato reale che conforti la fattibilità della linea”. Parole anch’esse inserite nell’esposto.