La tanto attesa banda ultralarga (Bul), attivabile con l’installazione della fibra ottica, attualmente è disponibile solo al 48% della popolazione della provincia di Alessandria. In Piemonte, solo Asti (36,8%), Cuneo (34,4%) e Verbania (33,1%) stanno peggio. Il dato emerge dal rapporto su “E-commerce – Acquirenti on line in Piemonte”, un’analisi condotta dall’Osservatorio per le piccole e medie imprese (Pmi) di Confartigianato Imprese Piemonte, riferito al 2018. Grazie alla Bul, i cittadini e le imprese potranno connettersi a internet a una velocità di almeno 30 Mbps e fino a 100 Mbps, secondo il Piano strategico della banda ultralarga del ministero dello Sviluppo economico, approvato nel 2015 e che prevede la copertura di tutto il Piemonte entro quest’anno da parte di Open Fiber, la società pubblica creata proprio per eliminare le cosiddette “aree bianche”, dove gli operatori privati non arriveranno per questioni di convenienza economica. Secondo il Piano, lo scorso anno i Comuni alessandrini con il 100 di unità immobiliari (o almeno avvicinarsi a questo dato) connessi alla fibra ottica dovevano essere poco più di quaranta su centonovanta, meno della metà dei 190.

Federico Fornaro

“Il lavoro agile e la didattica a distanza, in risposta all’emergenza Coronavirus – ha detto il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, a margine dell’audizione della ministra Dadone in commissione affari costituzionali a Montecitorio – hanno messo a nudo una verità spesso non considerata come merita: in Italia ci sono cittadini di serie A e di serie B. I cittadini di serie A sono quelli vivono nelle grandi città e nelle aree raggiunte dalla banda larga e super larga. Quelli di serie B, invece, vivono in territori collinari e montani dove la banda larga è un sogno e spesso si ricevono con il digitale terrestre solo i quattro principali canali della Rai.
Per la fase 2 – ha concluso Fornaro – e per un futuro giustamente sempre più smart e “agile” anche nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, ci vuole un’accelerazione e un impegno straordinario degli operatori della telecomunicazione, perché questo “divario tecnologico” sta diventando ogni giorno che passa un inaccettabile “divario di cittadinanza””.