Per circa 110 mila euro l’antico palazzo della Cheirasca, a Gavi, è stato assegnato all’asta a un imprenditore belga. L’ennesima asta indetta dal tribunale ha avuto esito positivo dopo sette tentativi andati a vuoti richiesti dalla banca Unicredit e da altri creditori delle società Old Farm e Asti Resort di Milano. Queste ultime nel 2006 avevano avviato la costruzione di un centro benessere, abbattendo parte del palazzo, privo di vincoli, e di decine di villette. Una colata di cemento che avrebbe stravolto la zona, aumentando a dismisura la popolazione di località Cheirasca, senza contare il flusso turistico previsto per il centro benessere, pari a 350 persone alla settimana. Cifre prive di fondamento, come il parco con rododendri e mimose, piante inadatte al clima della Val Lemme. Eppure l’amministrazione comunale dell’epoca approvò tutto e nel 2009 diede l‘autorizzazione all’aumento delle cubature nonostante il cantiere fosse stato abbandonato l’anno prima e le uniche presenze intorno al palazzo erano i caprioli.

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La piscina coperta realizzata in parte abbattendo un’ala del palazzo

La Old Farm e la Asti Resort avevano lasciato debiti dappertutto, sia con i dipendenti sia con le aziende appaltatrici e col Comune ma soprattutto con Unicredit, dalla quale avevano ottenuto un mutuo di 4,5 milioni di euro. Nel frattempo, il palazzo ha iniziato a crollare e solamente lo scorso anno il tribunale ha fatto recintare l’area intorno all’edificio. Mentre tutti i terreni sulla collina intorno al palazzo, anch’essi edificabili in gran parte, erano stati acquisiti sempre all’asta da un genovese che da sempre frequenta Gavi, ora anche il palazzo ha un nuovo proprietario che dovrà scegliere cosa fare sia della parte antica del palazzo sia della parte dove era stata avviata la costruzione dell’area benessere con piscina, ormai anch’essa in pessime condizioni dopo quasi quindici anni di abbandono. La Cheirasca fino agli anni ‘80 era di proprietà del pittore Eugenio Carmi. Fra i suoi ospiti anche Umberto Eco, che dalle celle dei seminaristi ospiti del palazzo un secolo fa trovò ispirazione per il su romanzo “Il nome della rosa”.