La crisi della Bundy di Borghetto Borbera sarà oggetto di un tavolo di crisi a livello regionale. Alberto Valmaggia, assessore della giunta del Piemonte, lo ha annunciato ieri rispondendo alle interrogazioni presentate da Paolo Mighetti (M5s) e Walter Ottria (Leu), consiglieri regionali alessandrini. Lunedì, mentre la fabbrica era in sciopero per 8 ore, nell’incontro che si è svolto in municipio a Borghetto i rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati avevano auspicato l’intervento della prefettura e della Regione poiché la proprietà della fabbrica dove si producono componenti per frigoriferi, in crisi dal 2008, non vuole dialogare con i rappresentanti dei lavoratori. Da ottobre, con la fine del contratto di solidarietà, su 170 lavoratori tra 60 e 70 rischiano di restare senza lavoro ma il fondo di investimento americano Sun capital partner, titolare dello stabilimento, non ha mai risposto agli appelli al confronto. Secondo quanto riporta il consigliere Ottria nel suo comunciato, Valmaggia “ha espresso forte preoccupazione per l’intera vicenda, sottolineando l’impossibilità dell’azienda di usufruire di nuovi ammortizzatori sociali dopo il 15 ottobre prossimo, a causa dell’attuale normativa nazionale”.

“Da parte della Regione – ha detto ancora l’assessore – assicuro la massima attenzione sulla vicenda, rendendomi disponibile a convocare quanto prima un tavolo regionale con l’obiettivo di mettere in campo ogni utile iniziativa che salvaguardi il sito produttivo e i livelli occupazionali”. “Il Jobs Act – dice Ottria – ci è stato presentato come una legge che avrebbe dovuto rilanciare il lavoro e l’occupazione nel nostro Paese; in verità ha ridotto gli ammortizzatori sociali, le tutele dei lavoratori e le loro possibilità di ricollocazione”. Proprio grazie al Jobs Act, infatti, la durata degli ammortizzatori sociali è stata ridotta e ora, entro la fine dell’anno, nella sola provincia di Alessandria rischiano il posto 600 dipendenti delle aziende metalmeccaniche. “Auspichiamo – dice invece Mighetti – che l’intervento della Regione consenta maggiori possibilità per l’individuazione di soluzioni in grado di garantire i livelli occupazionali e produttivi. Occorre percorrere tutte le strade possibili per scongiurare le pessime prospettive che si delineano. Auspichiamo che venga subito stilato un dettagliato piano di risanamento individuando eventuali acquirenti interessati a investire in questo sito produttivo dove non mancano competenze ed esperienza”.