La fontana di Camparbulen su quella strada che conduce a Cosola

Una piccola grande storia della Val Borbera

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C’era una volta…anzi, c’è un ridente paese collocato in un lembo di Appennino a cavallo di quattro province e di quattro regioni, dove vivevano settecento persone.

Cosola

Il paese è Cosola e, il centro più grande a minor distanza è Cabella Ligure che all’epoca contava circa 2500 abitanti. L’economia locale si fondava sull’allevamento, in prevalenza bovino, sulla vendita di legname, sulla produzione di carbone e su un’agricoltura di sussistenza. Non bastano le bellezze del paesaggio fatto di incantevoli montagne, splendidi boschi, acque limpide, la ricerca di una vita migliore, porta molti cosolani a emigrare, in modo particolare verso le Americhe, e anche la Grande Guerra costa a Cosola un pesante tributo di vite umane.

Siamo nel 1918, la guerra è finita, ora è necessario tirare le fila e salvare il salvabile. Una via di comunicazione potrebbe aiutare il borgo a uscire dal suo isolamento.

Boschi lungo la strada di Cosola

Diventa provvidenziale la proposta della ditta Gambarotta, che in un primo tempo aveva inoltrato al comune di Carrega un progetto per la costruzione di una strada di congiunzione con Cabella, in cambio chiedeva in pagamento la legna, purtroppo molti boschi sono di proprietà privata e, i “carreghini” poco lungimiranti rifiutano l’offerta.

Pazienza, la Gambarotta non si arrende e fa la stessa proposta a Cosola. Anche qui la maggior parte dei boschi è di proprietà privata e costituiscono per le famiglie un bene importante; gli alberi sono prevalentemente faggete, ci sono anche alberi secolari sacrificati per il bene comune. Del resto c’è la consapevolezza di quale grande vantaggio sia la carrabile e di quanto siano invece disagevoli gli spostamenti a piedi o con i muli e le mucche, dover scendere fino al letto del fiume e costeggiarlo fino a Cabella.

Così, dopo una difficile trattativa, anche grazie al ruolo del parroco, Don Ferretti Arciprete che oltre a fare da mediatore tra gli abitanti e la ditta, si mette in gioco in prima persona cedendo i boschi di proprietà della curia, si conclude l’accordo.

Prigionieri austro-ungarici

La costruzione della strada è affidata principalmente ai prigionieri austroungarici della Prima Guerra Mondiale che arrivano da Arquata e, che per tutto il periodo della costruzione, circa tre anni, sono alloggiati a Cosola;  la forza lavoro è a Cosola, per questo motivo la strada viene  realizzata partendo proprio da Cosola verso Cabella e non viceversa. La ditta Gambarotta tra l’altro impiega per la realizzazione del progetto anche qualche abitante del paese che non è impegnato nel lavoro agricolo.

Pochi metri sotto il paese, nel tracciato della nuova strada, in località Camparbulen c’è una ricca sorgente ed è proprio lì che, dopo aver incanalato l’acqua cristallina, la ditta di Giovan Battista Gambarotta realizza la fontana, a cui i cosolani danno il nome del posto.

La fontana

La fontana, costruita contestualmente alla strada, serve per abbeverare gli animali da lavoro, gli operai e tutte le persone che lì transitano. A quella fontana tutti gli abitanti di Cosola si sono dissetati negli anni andando o venendo da Cabella ed hanno abbeverato i loro animali e con loro, si è dissetato chi percorreva la strada divenuta poi fondamentale collegamento non solo verso valle ma anche verso monte, da Capanne di Cosola per svalicare nelle province di Pavia Piacenza e Genova.

A 100 anni di distanza dalla costruzione del 1918, il paese ha voluto restaurare la fontana e riposizionare la targa commemorativa che negli anni era andata distrutta, ricavando la scritta originaria da vecchie fotografie.

Al restauro ha partecipato il Comune di Cabella, il Consorzio miglioramento Pascoli di Cosola e a Gestione Acqua, che hanno  sostenuto i costi del lavoro, ma anche ad Antonio Grasso che ha partecipato mettendo a disposizione gratuitamente i mezzi d’opera .

Pepita Gambarotta nipote di Gian Battista

Alla festa organizzata dalla Pro Loco e dall’Associazione Ricreativa Culturale, i 4 novembre scorso  hanno partecipato oltre ai cosolani, anche il Sindaco di Cabella Ligure, Roberta Daglio, i Carabinieri, il Parroco Don Luciano che ha benedetto la nuova targa commemorativa e la nipote del costruttore Gambarotta, che di Cosola neppure sapeva l’esistenza ma che è intervenuta con entusiasmo e commozione all’evento,  invitata in rappresentanza della famiglia a cui il paese ha voluto dire ufficialmente grazie.

Ancora una volta certamente “in piccolo” rispetto a quanto accaduto nel 1918 il paese si è trovato unito e concorde a ricordare e festeggiare la sua fontana e soprattutto un pezzetto della sua storia fatta di cose semplici ma genuine e autentiche come una sorgente preziosa da portare a nuova vita e custodire tutti insieme.

E’ stato possibile raccontare questa storia grazie a Annalisa Burrone e a Ippolito Negro.

Di seguito del immagini della giornata del 4 novembre realizzate da Massimo Sorlino