Margherita Asta (foto da Facebook)

La mafia le ha ucciso la mamma e i suoi due fratellini e ora lei è referente di Libera in Emilia Romagna. Margherita Asta domani, 15 febbraio, alle 15 sarà la protagonista del prossimo incontro del progetto “Educazione alla legalità e al contrasto delle mafie” dell’istituto Ciampini-Boccardo di Novi Ligure. Un diretta streaming sul canale YouTube della scuola racconterà la sua drammatica vicenda e la donna dialogherà con gli studenti in un evento aperto a tutti.Margherita – spiegano dall’istituto superiore novese – ha perso sua madre, Barbara Rizzo, di trentuno anni e i suoi due fratelli, Giuseppe e Salvatore, di sei, il 2 aprile 1985, durante l’attentato al giudice Carlo Palermo sulla strada che porta da Pizzolungo a Trapani. Il 2 aprile 1985 Margherita era appena una ragazzina. Aveva 10 anni. Lei doveva essere in auto con la mamma e i fratellini quel giorno. Ma preferì andare a scuola con una vicina di casa”.

Il monumento che ricorda la strage di Pizzolungo, in Sicilia (foto da Facebook)

Il giudice stava indagando sulla mafia trapanese e non solo ed era finito nel mirino delle cosche poiché stava toccando livelli troppo alti del potere in Italia. Lui stesso ha dichiarato che “dietro il braccio armato della mafia”, nell’attentato “c’è stata una regia esterna massonica. Consultando fascicoli legati alla scoperta della Loggia Scontrino di Trapani ho trovato un filo diretto con le indagini che avevo condotto a Trento”. Palermo, prima di lavorare in Sicilia, era stato magistrato in Trentino. Quella mattina del 2 aprile 1985, sulla strada provinciale che collega Trapani a Pizzolungo, ricordano ancora dal Ciampini Boccardo, “un’auto imbottita di tritolo stava aspettando la Fiat Ritmo al bordo della quale si trovava il magistrato della e gli agenti della sua scorta. Davanti all’auto del magistrato, viaggiava la Volkswagen con a bordo Barbara Rizzo e i suoi gemellini di 6 anni, Salvatore e Giuseppe Asta. L’auto di Palermo stava superando la Volkswagen, uscendo dal raggio d’azione dei killer. Nonostante il sorpasso, l’autobomba venne fatta esplodere, investendo in pieno la famiglia Asta che finì per fare da scudo al magistrato. Di Barbara, Giuseppe e Salvatore non rimane niente, i corpi furono polverizzati dall’onda d’urto”. Margherita ha raccontato la sua storia e il suo rapporto con il giudice Palermo nel libro “Sola con te in un futuro aprile”, pubblicato nel 2015 che ha scritto anche, a suo dire, per sopravvivere a quel dolore devastante. Margherita oggi vive a Parma , dove è referente regionale del settore memoria di Libera Emilia Romagna. Combatte contro la mafia raccontando in giro per l’Italia la storia di Barbara, Salvatore e Giuseppe, vittime innocenti.