Sarà una vera propria mattanza quella che nei prossimi mesi sarà massa in atto all’interno dell’area compresa tra le autostrada A7, A26 e la bretella Predosa-Bettole, dove è stata trovata la quasi totalità delle 35 carcasse di cinghiale infette dalla pesta suina africana (Psa). Un parte della zona infetta che, come è stato confermato nell’ultima riunione in prefettura con i veterinari della Commissione europea, dovrà essere recintata per circa 275 chilometri. All’interno di questo perimetro, per evitare che la Psa si diffonda all’esterno e soprattutto negli allevamenti di maiali delle altre regioni, dovrà essere uccisa la quasi totalità dei cinghiali. “Occorre un’azione immediata per rafforzare le delimitazioni all’interno dell’area infetta, dove ci sono già importanti barriere, con una ulteriore recinzione; al tempo stesso per contrastare l’emergenza è necessario ridurre la popolazione di almeno l’80 per cento”, afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa.

bretella autostradale A7-A26
Un’immagine dell’autostrada A7

L’operazione farà parte del Piano di regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della Psa che la Regione deve predisporre entro un mese come ha stabilito il decreto approvato venerdì dal Consiglio dei ministri. Gli abbattimenti saranno affidati alle guardie provinciali e ai soggetti abilitati alla caccia con metodi selettivi. “La vigilanza sul corretto svolgimento delle operazioni di prelievo – recita il decreto – è esercitata dal Comando delle Unità Forestali dell’Arma dei Carabinieri nonché dall’Asl”. Il decreto ha anche nominato nel ruolo di commissario interregionale per l’emergenza Psa Angelo Ferrari, direttore dell’Istituto zooprofilattico di Torino. Sui poteri del commissario Protopapa auspica che “possa avere pieni poteri, non solo decisionali ma anche economici per poter far fronte in maniera seria e puntuale all’emergenza e per poter dare al nostro territorio un segnale tangibile di azioni efficaci”.