La “mitica” tangenzialina rischia di costare molto di più ai novesi.

La Lu.ma.gas. di Carbonara Scrivia, estromessa dall'appalto dalla Provincia, ha avuto ragione dall'Anac e ora annuncia una richiesta danni per i lavori poi eseguiti dalla Alpe Strade

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Rischia di costare più del dovuto alle casse pubbliche la tangenzialina di Novi Ligure, la strada che dovrebbe togliere parte del traffico dalla città allargando e migliorando il percorso comunale che scorre alle spalle dell’Ilva per finire a San Bovo e quindi a Pozzolo Formigaro. A fine 2015 la Provincia, che si occupa dell’appalto per conto del Comune, aveva assegnato alla Lu.ma.gas. di Carbonara Scrivia l’allargamento parziale del tratto di strada tra il cementificio Italcementi e San Bovo. Un intervento da circa 400 mila euro, finanziato con i fondi pubblici del Piano territoriale integrato e riferito ai lavori viabilistici previsti a Novi Ligure nell’ambito del Terzo valico. Successivamente, però, l’amministrazione provinciale aveva revocato l’appalto. Secondo l’Agenzia delle entrate, la Lu.ma.gas. non era in regola con il pagamento delle tasse e c’erano arretrati per 270 mila euro. I lavori erano quindi stati assegnati alla Alpe Strade di Melazzo, seconda in graduatoria e oggi sono in sostanza terminati. Come è prassi in questi casi, la Provincia si era rivolta sia all’autorità giudiziaria sia all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), chiedendo a quest’ultima se sussistevano gli estremi per una sanzione a carico della Lu.ma.gas poiché la ditta, in quelle condizioni, non avrebbe potuto partecipare ai bandi pubblici.

Un’altra immagine della tangenzialina

Soltanto la segnalazione avrebbe comportato uno stop alle gare pubbliche per la Lu.ma.gas., che era riuscita però a ottenere una sospensione di quest’ultimo provvedimento e, successivamente, ragione in toto. L’Anac ha infatti “assolto” l’impresa tortonese, archiviando il procedimento poiché nel comportamento dei titolari “non è stato ravvisato alcun profilo doloso né gravemente colposo”. “Avevamo concordato con Equitalia – spiegano da Carbonara Scrivia – una rateizzazione degli importi richiesti dallo Stato, rate che stavano pagamento regolarmente all’epoca dell’assegnazione dell’appalto di Novi Ligure, cosa di cui l’Agenzia delle entrate probabilmente non era informata. La Provincia ha avuto molta fretta e non ha verificato quanto era realmente accaduto. Ora attendiamo l’archiviazione del procedimento penale avviato dalla segnalazione partita sempre dalla Provincia, come di solito accade quando l’Anac chiude i procedimenti con questo tipo di pronunce”. Dopodichè, assicurano da Carbonara Scrivia, “procederemo con una richiesta danni per l’appalto che ci è stato ingiustamente tolto”. L’impresa, fondata nel 1984 e con circa quindici dipendenti, punta a recuperare almeno 80 mila euro, pari all’utile di impresa.