La Pernigotti sul tavolo del ministro Di Maio giovedì prossimo.

Prosegue l'assemblea permanente dentro la fabbrica dei gianduiotti: la proprietà vuole chiudere i cancelli per ostacolare la protesta?

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La crisi della Pernigotti di Novi Ligure sarà sul tavolo del ministro Luigi Di Maio giovedì prossimo. La richiesta di convocazione del tavolo ministeriale presentata da sindacati, Comune e prefetto è stata accolta anche per l’interessamento dei consiglieri comunali e regionali dei 5 stelle. “Avevamo sentore che la “bomba” Pernigotti poteva scoppiare a breve – dice il consiglieri novese Fabrizio Gallo – e non appena la notizia della volontà di chiudere la fabbrica è stata annunciata dalla proprietà abbiamo da subito attivato il ministero dello Sviluppo”. Il gruppo turco Toksoz dovrà per forza di cose confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori, che chiedono più tempo rispetto alla chiusura annunciata già da dicembre per poter ricollocare i cento dipendenti.

(foto Dino Ferretti)

Oggi l’assemblea permanente è andata avanti e proseguirà ancora ma sembra che la proprietà, secondo quanto hanno saputo i dipendenti e i sindacati, voglia chiudere i cancelli per ostacolare la pacifica protesta dei dipendenti. Un’azione di forza che metterebbe ancora più in cattiva luce gruppo Toksoz, già finito nel mirino delle televisioni e dei mass media nazionali per una scelta considerata scellerata per Novi ma anche per il made in Italy.    La mobilitazione prosegue anche fuori dalla fabbrica: on line è stata attivata una petizione sul sito change.org a sostegno della Pernigotti che ha già superato quota 2600 adesioni. Fra poco i capigruppo del Consiglio comunale di Novi deciderà la data della seduta dedicata alla storica fabbrica dei gianduiotti e martedì l’argomento sarà all’ordine del giorno del Consiglio regionale come proposto dal Consigliere Domenico Ravetti (Pd).