L’ultimo ricordo di Paolo Repetto tornerà a Capanne di Marcarolo la prossima primavera. La piastrina militare dell’Alpino nato nel 1919 in quella che all’epoca era una frazione di Parodi Ligure, è tornata in Italia e nel 2022 sarà conservata nella chiesa parrocchiale per decisione dei nipoti di Repetto. L’Alpino era originario della cascina Salera, dove viveva con i genitori Antonio Repetto e Caterina Montaldo e i suoi tanti fratelli. Nel 1940, allo scoppio della guerra, venne mandato prima in Francia e poi in Albania e l’anno dopo finì in Russia. Qui, dopo la terribile ritirata dell’esercito italiano, finì prigioniero dei sovietici nel lager di Tambov, dove morirà il 5 novembre 1943, a 24 anni. Di lui i familiari non hanno saputo più nulla fino al 2009, quando, grazie a un giornalista di Canale 5, seppero che era deceduto nel lager russo e che era stato sepolto in una fossa comune. Di Paolo, in tutto questo tempo, non era rimasto nulla fino a poche settimane fa, quando un collezionista polacco ha comprato una piastrina militare che riporta il suo nome e quello dei genitori, insieme al Comune di nascita, Parodi Ligure. Grazie a Matteo Di Giorgi, collezionista di Piombino contattato dal collega polacco, sono iniziate le ricerche per capire chi fosse Paolo Repetto. Con l’aiuto dei Comuni di Parodi e Bosio, si è capito che era appunto originario di Capanne di Marcarolo. Il nipote Antonio Montaldo, abitante Ceranesi (Genova), lunedì è andato a Piombino per ritirare la piastrina fatta arrivare da Di Giorgi dalla Polonia. “E’ stata un’emozione grandissima – dice – quando l’ho presa in mano mi è venuto il “magone” è stato un bellissimo regalo di Natale. In primavera con gli Alpini porteremo la piastrina a Capanne per lasciarla nella chiesa”. Un modo per far ricordare a tutti l’assurdità della guerra e delle sue conseguenze.