Nel “Riparti Piemonte” annunciato dalla Regione per contrastare la crisi economica causata dal coronavirus ci sta finendo un po’ di tutto, dai bonus a fondo perduto per aiutare negozianti e artigiani agli aiuti al settore edilizio. Ci sono anche la riapertura della pesca e dell’allenamento dei cani nelle aree riservate. “Basta divieti – è lo slogan dell’assessore alla Caccia, l’acquese Marco Protopapa – ma sempre nel rispetto delle norme”. Su Facebook l’esponente della Lega ha anche annunciato che “possono essere riprogrammati i censimenti per la gestione della fauna”. A marzo, a causa della pandemia, la Regione aveva sospeso i piani di selezione della fauna, compresi quelli del cinghiale, piani basati su censimenti, anch’essi sospesi per evitare l’aumento dei contagi fra i cacciatori e la popolazione.

cacciatori

La conseguenza era stato un notevole allarme in particolare da parte delle associazioni agricole per la presenza di cinghiali e caprioli nei centri abitati ma soprattutto nei campi con relativi danni alle coltivazioni, in un settore già martoriato dall’alluvione e dalla siccità. Da più parti erano arrivati appelli a intervenire appena possibile contro gli ungulati. Ora, con l’annuncio di Protopapa tutto sembra andare nella direzione auspicata dalle associazioni agricole ma la realtà appare un po’ diversa. Roberto Prando è presidente degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) Al 3 e Al4, riferiti ad Acquese, Ovadese, Val Lemme, Val Borbera e Val Curone. “I censimenti – spiega – in questo periodo ormai non si possono più fare poiché c’è troppa vegetazione e gli animali, come i daini, ormai non sono più abbrancanti, cioè non stanno più in branco. A breve inizieranno i piani di prelievo del capriolo e del cinghiale basati sui censimenti degli ultimi cinque anni, come autorizzato dall’Ispra”.