Palazzo Ghilini, sede della Provincia e della Prefettura

Costrette a portare e detenere armi senza essere in possesso di un valido tesserino di riconoscimento. È la condizione che da tempo vivono le guardie addette alla vigilanza faunistica della Provincia, 18 agenti in servizio su un territorio vastissimo da presidiare con il rischio concreto di essere denunciati e multati da altre forze dell’ordine. Dieci guardie venatorie hanno deciso di rendere pubblica la loro protesta scrivendo una lettera indirizzata al prefetto e alla Regione e anche alla Provincia, nella persona del presidente, Enrico Bussalino, per fare presente che dallo scorso aprile avrebber dvuto essere rinnovati i tesserini che vengono assegnati agli agenti, nei quali sono indicati i loro dati, le armi in loro dotazione e la loro abilitazione a utilizzarle. Un documento che tra l’altro sostituisce il porto d’armi per i fucili e le carabine che le guardie utilizzano in servizio. La Regione sin dal 2019 aveva stabilito di rinnovare i tesserini entro il 21 aprile scorso ma la Provincia non ha mai provveduto. Così, da sette mesi le guardie venatorie si ritrovano con i tesserini scaduti e il rischio di essere sanzionati, anche penalmente, in caso di controlli. “E’ come se avessimo la patente scaduta”, spiega il comandante, Fabrizio Alpa. Le guardie, oltretutto, si ritrovano anche a dover lavorare di notte per contenere i cinghiali. Eppure, fa notare Alpa, questi tesserini costano appena 3 euro l’uno. Nella lettera, inviata nei giorni scorsi, i dieci agenti firmatati ricordano che se entro una settimana non avranno i nuovi tesseri in regola riconsegneranno le armi e restituiranno i tesserini scaduti al presidente della Provincia