Lercaro, sbloccati gli stipendi

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La casa di riposo del Lercaro, a Ovada
La casa di riposo di Lercaro a Ovada

OVADA. Gli stipendi sono salvi, ora serve una terapia d’urto per salvare la casa di riposo Ipab Lercaro dall’agonia finanziaria. Indicare la cura sarà compito del nuovo direttore. Intanto venerdì mattina, venerdì, a seguito di una complicata trattativa iniziata un mese fa, è stato possibile sbloccare il conto corrente bancario dell’ente e procedere al pagamento degli stipendi ai 12 dipendenti dell’Ipab. A fine maggio non hanno ricevuto il pagamento a causa del pignoramento del conto di tesoreria da parte della cooperativa Proges, che vanta un credito superiore al milione di euro nei confronti della struttura, dove gestisce circa 40 lavoratori, regolarmente retribuiti.

“Il problema degli stipendi non pagati per noi era prioritario, rimane però l’esigenza di discutere con i sindaci del territorio di un progetto, per dare continuità e sicurezza all’Ipab e per evitare che simili problemi si ripetano”, commentano Carmen Vecchione della Cisl, funzione pubblica territoriale e Giovanni Battista Campora, responsabile Cisl della zona di Ovada. I lavoratori si sono subito rivolti ai sindacati Cisl, Cgil, al sindacato autonomo Csa e al sindaco di Ovada Paolo Lantero, che in sintonia con i sindaci dei 16 Comuni associati ha interagito presso la cooperativa, come era già accaduto durante il pignoramento avvenuto alla fine del 2017. “Stiamo lavorando per fare in modo che chi ha pignorato veda soluzioni a lungo termine, al fine di recuperare credito, anche attraverso la sostituzione di elementi di vertice nella struttura commissariata dalla Regione”, ha ribadito il sindaco Lantero, dando il benvenuto, ringraziando il direttore uscente Giampaolo Paravidino. Il sindaco ha incontrato i consiglieri di minoranza, che avevano sollecitato soluzioni.

“Senza soluzioni, l’Ipab morirà d’inerzia, bisogna riorganizzare il servizio a livello territoriale – è la proposta dei capigruppo di opposizione Braini, Bricola, Rasore – da potenziare il reparto per non autosufficienti al Lercaro e i reparti per autosufficienti nelle residenze di Silvano, Trisobbio, Carpeneto, Rocca Grimalda. Al fine di aumentare il numero di ospiti, valorizzando le strutture, senza abbattere le tariffe per incentivare ospiti da Genova e Milano”.