I cittadini contrari all’alta velocità scrivono ai pendolari dopo la tragedia di Pioltello, in Lombardia, dove in un incidente ferroviario causato probabilmente dalla mancata manutenzione della linea ha provocato morti e feriti. I comitati che da anni combattono la realizzazione del Tav in Val Susa, del Terzo valico e del Tav Treviglio-Brescia con una lettera aperta si sono rivolti a chi, quotidianamente, prende il treno per andare al lavoro e, come è già capitato in precedenza prima di Pioltello, rischia la vita poiché lo stato ha deciso di spendere più soldi per quelle nuove tratte, dedicate alle merci o a pochi passeggeri facoltosi, anziché per quelle percorse ogni giorno da milioni di persone. Ecco la lettera: “Si rincorrono le notizie e le speculazioni sull’ennesima tragedia che colpisce un treno pendolari. Morti, feriti, futuri invalidi, vite bruciate nel tragitto quotidiano casa-lavoro o università. Suona strana una lettera dai No Tav, abbiate pazienza, leggete queste poche righe e capirete che molto abbiamo in comune. Per prima cosa possiamo serenamente dire che siamo dalla vostra parte e ci stringiamo insieme a voi in questi giorni di rabbia e dolore. L’argomento è chiaro e semplice: i treni e le linee ferroviarie sulle quali questi corrono. Sono infrastrutture pubbliche, costruite e gestite con soldi pubblici, in buona sostanza pagate da tutti e tutte noi con le tasse oltre a biglietti ed abbonamenti.

Il cantiere del Terzo valico a Radimero (Arquata)

Sia chiaro: nessuno regala nulla, chi paga siamo sempre noi. Impossibile cercare le colpe di inefficienze ed aumenti in quella ragnatela burocratica di Stato-Regioni che ci si trova davanti ogni giorno. 5,5 milioni di persone si muovono ogni giorno sui treni, di cui il 96% su treni regionali e metropolitane e il 4% su treni interregionali e ad alta velocità. Chiarito questo concetto dobbiamo insieme capire dove i nostri soldi finiscano e come vengano spesi. Se analizziamo la complessa spesa ferroviaria scopriremo che la costruzione delle nuove linee ad alta velocità Tav assorbono invece il 90% delle risorse e solo il restante 10% viene dedicato alle “manutenzioni” delle linee pendolari. Nella spesa totale ovviamente inseriamo anche il costo dei biglietti che paghiamo. Per fare alcuni esempi, la costruzione della linea Tav Treviglio-Brescia, inaugurata (non ancora terminata) nel dicembre 2016, costruita non lontano dall’incidente, lunga meno di 40 km, con un risparmio totale di una manciata di minuti sulla percorrenza, è costata più di 50 milioni di euro al chilometro. Il Terzo Valico costerà complessivamente 6,2 miliardi di euro con un costo a chilometro di ben 134 milioni di euro. Il Tav in Valsusa costerà complessivamente 9630,25 milioni di euro con un costo al chilometro di ben 167,5 milioni di euro a km (delibera Cipe 67/2017). Il Tav Brescia- Verona ha un costo di 54 milioni al km, costo preventivato mancando ancora il progetto definitivo completo.

Stiamo parlando di opere inutili prive di seri studi sul rapporto costi/benefici. Opere devastanti per i nostri territori che mettono a repentaglio la nostra salute e quella dei nostri figli. Opere contro cui ci battiamo da anni e che sarebbero totalmente prive di senso anche se avessero un costo medio in linea con gli altri paesi europei (10 milioni di euro al km in Francia e 9 milioni di euro al km in Spagna). Ci pare pertanto chiaro che la vera ragione per cui si investe moltissimo in alta velocità nulla ha a che fare con l’esigenza di ammodernare il paese, ma se mai con quella di ingrassare le tasche già gonfie delle grandi aziende costruttrici molto spesso implicate in gravissimi scandali. La scoperta per molti di voi sarà a dir poco agghiacciante, dopo aver visto la “zeppa” di legno posta sotto al binario del deragliamento di Pioltello. Cosa dovremmo avere in comune? Lo Stato italiano, tramite RFI, costruisce con i nostri soldi linee ad alta velocità per una fascia ridotta e benestante di persone distruggendo i nostri territori e al tempo stesso ci abbandona (molti di noi sono pendolari come voi) ogni giorno su treni pendolari e linee metropolitane fatiscenti e pericolose. Ecco dunque la comune disgrazia. Una disgrazia che a parere nostro si doveva evitare. Una disgrazia che però deve trovare giustizia”.