L’idraulico con la passione della pesca dei pesci – siluro. Oltre 1000 le catture

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Navigare dal Po all’Adriatico per 450 chilometri. Una passione profonda, quella del novese Franco Aprea, 57 anni, di mestiere idraulico nell’ambito dell’Asl.

La passione per l’acqua, nacque all’inizio degli anni ’90, al tempo in cui si diffusero i famigerati pesci – siluro, specie originaria dei Paesi dell’est, immessa sconsideratamente nei laghi sportivi, fino a diffondersi e raggiungere il Po e i suoi affluenti. “Sono stato introdotto alla pesca sportiva da amici pescatori – racconta Aprea – e decisi di provare a catturare questi squali d’acqua dolce che raggiungono anche i 3 metri di lunghezza. Inizialmente ho pescato da riva, con canna e mulinello. Un giorno notai un pescatore che usava come esca un’anguilla (una “buratella”) da 30 centimetri innestata nell’amo. L’ho seguito, in un primo momento senza ottenere risultati. Dopo un paio d’anni di pesca da riva, a Monte Castello sul Tanaro scattò la molla. Pur essendo un buon nuotatore, non avevo cognizioni di navigazione. Notai un signore con una barca da 4 metri e cominciò a pescare pesci siluro in numero impressionante. Il giorno dopo acquistai il primo gommone. Provai a pescare con molta paura, perché non è così semplice salire la prima volta su una barca. Dopo un’esperienza di 10 anni, dalla Cittadella di Alessandria fino alla confluenza col Po, a Montariolo, ho collezionato 70 – 80 esemplari all’anno. Un migliaio in totale, tutto è documentato.

Ma cosa ne ha fatto Aprea di tutto questo pesce? “Normalmente – dice – li ho sempre lasciati liberi dopo averli fotografati. Ho provato rare volte a mangiarli. Non è carne pregiata, anche se in molte nazioni c’è la cultura di questo pesce”-.

Aprea racconta come si trasformò questa passione: “nel 2003 con la siccità nel Tanaro non si poteva più navigare. Così iniziai a entrare nelle acque del Po. Tanaro e Po sono assai differenti. Il primo ricorda i fiumi orientali, calmi e fangosi, mentre il Po è ghiaioso e torrenziale.  Cominciai a utilizzare come barca una “piattina d’alluminio” che ancoro al Ponte di ferro a Valenza. e ad appassionarmi oltre che alla pesca alla navigazione. del Po e del Brenta sino al mare, a Chioggia o Porto Garibaldi in 6 giorni, provando sensazioni fantastiche”-.