Si è sbriciolato alla prima piena lo scolmatore della Bormida, a Sezzadio. Era stato fatto costruire dall’Aipo, l’agenzia interregionale per il fiume Po, per contenere le piene della Bormida e far defluire nella zona delle cave, senza creare problemi, l’acqua con l’obiettivo di difendere dalle esondazioni il territorio comunale e soprattutto la strada provinciale 186 che conduce a Gamalero e quindi ad Acqui Terme. Lunedì, con la maxi piena del fiume causata dalle abbondanti precipitazioni cadute sull’Appennino, il manufatto ha ceduto, causando l’allagamento della zona delle cave, compreso il lago di Santa Giustina e delle campagne limitrofe. Lo scolmatore era stato inaugurato la scorsa estate ed è costato 400 mila euro, costruito dall’impresa Belingheri di Bergamo, che aveva ottenuto l’appalto dall’Aipo con un ribasso del 30% circa.

Lo scolmatore prima del cedimento

I fondi erano arrivati per le somme urgenze legate all’alluvione di due anni fa. È durato però pochi mesi. Il fiume ha quindi ancora una volta dimostrato la sua pericolosità, che sarà affrontata il 19 ottobre nella conferenza dei servizi convocata dalla Provincia per il progetto della tangenziale richiesta dalla Provincia alla Riccoboni in funzione della discarica di rifiuti di cascina Borio. Basterà l’ok al progetto per consentire alla società di Parma l’avvio del conferimento dei rifiuti ma resta sempre valido il no al progetto proposto nel 2016 dalla Commissione locale per il paesaggio, motivato con la vicinanza del tracciato con l’abbazia di Santa Giustina. Il Comune ribadirà il suo no.