Luciano Fasciolo, il pittore dell’Ambiente e del Mondo compie 80 anni

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Luciano Fasciolo

Dal figurativo all’astratto con spiccata vocazione ecologista. In circa 60 anni si è maturata la vicenda artistica e umana di Luciano Fasciolo, personaggio a tutto tondo, artista poliedrico, animatore della vita culturale novese.

Alla soglia degli 80 anni Fasciolo si rimette in gioco, lanciando messaggi di monito attraverso una vocazione intimista ma intransigente sull’ambiente devastato. Non a caso la sua ultima retrospettiva pittorica voluta dal Comune di Novi Ligure per celebrare uno dei suoi più significativi artisti, porta il titolo: “Sull’orlo del baratro”-. I titoli delle opere sono emotivamente devastanti: “Incendio boschivo”, “Ghiaccio bollente” (ispirato al surriscaldamento  artico e antartico), “Desertificazione”, “Frantumi d’amianto”, “Mare inquinato” , “Frana”… in un susseguirsi di sovrapposizioni di immagini tra le opere e l’ambiente a cui si riferiscono i quadri stessi, sul catalogo di questa mostra di successo da poco conclusa che sarà presentata prossimamente in altri centri in Piemonte e Liguria.

Però di pura arte non si vive. Soprattutto in provincia. Così Luciano Fasciolo ha alternato “lo stipendio sicuro da metalmeccanico” dell’Ilva con la “lezione del cuore”, ovvero l’arte, sincera e pulsante, appresa  da giovanissimo nell’atelier di Gigi Podestà. È stato inoltre, soprattutto tra gli anni ‘70 e ’80, una delle figure predominanti del Centro d’arte Pieve, organizzando mostre ed eventi culturali insieme ad altri storici artisti novesi, quali Santo Debenedetti e Teresio Ferrari.

“Certo, la famiglia viene sempre prima di tutto – racconta Fasciolo – e quindi ho dovuto pensare prima a mia moglie e a mia figlia. Il richiamo della pittura, grazie all’incontro con Podestà, si è manifestato assai prima che mi sposassi e non l’ho mai dimenticato, studiando nel contempo i grandi maestri del colore. Ho iniziato come pittore figurativo ma gradualmente mi sono spostato verso quelle che definirei: figurazioni astratte.

Quindi un astrattismo che tenga conto anche dell’immagine concreta, definita. Se la vita di fabbrica mi abbia influenzato? Sicuramente! Così come ogni manifestazione della società, del mondo in cui vivo. Anche se la visione di questo mondo è pessimistica, a giudicare da come viene trattato e vilipeso il nostro Pianeta”-. 

“Come difenderci? – conclude – in ogni pagina del mio ultimo catalogo che definirei più un libro d’esperienza e pensiero, cerco di offrire una soluzione che ciascuno può interpretare come crede”-.