Non ci sono più le stagioni come un tempo”. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase, corredata da “Una volta, l’estate era calda, l’inverno era freddo, la primavera piovosa” La realtà è che tutto questo è un’emerita bugia. Già Virgilio, nelle sue “georgiche” lamentava la non coerenza delle stagioni, e siamo intorno al 40 a.C. Ma questa volta non si tratta di piccoli capricci “fuoristagione”, il disastro che ha prodotto la gelata che si è presentata nella notte tra il 18 e il 19 aprile e poi ancora il giorno successivo è più unica che rara. Punte di meno 7 gradi, hanno stroncato interi vigneti e frutteti, ci sono andati di mezzo persino alberi resistenti come roveri, acacie.

Una pianta di cachi gelata

Una vera debacle per la natura che si è arresa all’imprevedibile, dopo una primavera precoce, che ha regalato splendide giornate di caldissimo sole. Le piante si sono fidate di questa bugiarda primavera e hanno esposto i loro germogli, ma la gelata tardiva, accompagnata da forti raffiche di vento gelido, li ha uccisi senza pietà. “Una cosa così non si ricorda a memoria d’uomo”, dicono i vecchi scrollando la testa. Ora a quasi un mese da quell’evento la portata del disastro è sotto gli occhi di tutti; inquietanti macchie marroni spiccano nel verde intenso dei prati, sono tutti quegli alberi che si sono arresi e forse, se non sono troppo stanchi, ci regaleranno un po’ della loro gioia di vivere, altrimenti si metteranno in forze per la prossima stagione. E poi ci sono i cachi, noci e noccioli, tornati al loro aspetto invernale, con foglie rade e secche. Hanno perso la fioritura e anche gli scoiattoli dovranno cercare altro cibo per il prossimo inverno.  Difficilissima anche la situazione dei frutteti.

A confermarlo Gianpiero Chiapparoli, presidente di Volpedo Frutta.

Gianpiero Chiapparoli

Un’annata micidiale – dice con voce affranta – abbiamo perso l’80% delle albicocche, il 50% delle pesche, con percentuali un po’ inferiori di ciliegie e susine, avevamo un obiettivo di 3milioni e mezzo di fatturato, secondo me non superiamo i due.

Quindi ci farete pagare la frutta a caro prezzo

Questo non accadrà perché nel resto di Europa c’è stata una splendida allegagione (il passaggio tra fiore e frutto NdR) e quindi frutta ce n’è in abbondanza, i prezzi non saliranno, ma le aziende locali quest’anno avranno qualche problema in più, perché non abbiamo il prodotto.  Probabilmente aumenteranno solo i prezzi delle mele perché il gelo ha colpito anche le zone dove c’è la maggiore coltivazione di meleti, come il Trentino, l’Alto Adige, la Valtellina. Noi sulle mele bianche abbiamo un 70% di danno e quel che rimane, a causa del gelo darà un frutto deformato, quindi pressoché invendibile. Per quanto riguarda le noci, la perdita in alcune aree è totale e, purtroppo le piante non danno segni di ripartenza. Questo significa che non c’è solo la perdita di frutta, ma anche che la pianta stessa sta soffrendo e alcune non vivranno. Questo accade anche per altri alberi da frutto, significa che probabilmente avremmo una sofferenza anche il prossimo anno.

La scorsa settimana avete incontrato l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, vi ha dato qualche speranza di risarcimento?

Direi di no. Il fatto è che queste calamità sono assicurabili, quindi i contadini avrebbero dovuto sottoscrivere un’assicurazione. A parte che una gelata tardiva di questa portata non si ricorda a memoria d’uomo, ma anche qualora avessimo sottoscritto una polizza, le compagnie assicurative trovano sempre il modo o il pretesto per risarcire poco o niente.

Quest’anno il Gal però dovrebbe finanziare due filiere la frutta e il vino.

Sì, i fondi non sono molti, ma comunque va detto che il Gal ha sempre aiutato molto gli agricoltori come del resto gli operatori economici della zona.

Ezio Poggio

Anche i vignaioli hanno incontrato venerdì scorso l’assessore Ferrero in Val Curone, per fare il punto della situazione. Tra loro Ezio Poggio, delle omonime cantine di Vignole Borbera.

Da noi il danno è enorme, ma in alcune zone della Val Grue è stato del 100%. Io ho esposto il problema della Val Borbera all’assessore, gli ho fatto vedere foto delle vigne, sembra sia uno che ci capisce. Gli ho parlato di tutte le aziende della valle che fanno il Timorasso. Come ci aspettavamo Ferrero ha detto che la Regione soldi non ne ha, ma considerato che la gelata ha colpito gran parte dell’Italia, c’è la possibilità che il governo intervenga in qualche maniera. Poi sarà da vedere se e come, fosse anche solamente con sgravi fiscali, o far slittare i mutui, o anche rifinanziarli con tassi agevolati. Questa settimana s’incontrerà a Genova con gli assessori delle altre Regioni, e poi invieranno la richiesta a Roma. L’azione importante in questo momento per le aziende è segnalare i danni subiti ai Comuni d’appartenenza, perché le Regioni chiederanno proprio ai Comuni di segnalare le attività colpite, per fare una valutazione generale.

Ci sarà un’annata di Timorasso 2017?

E’ un punto interrogativo, le piante non vegetano, probabilmente c’è stato un danno anche nella gemma di riserva, però bisogna aspettare ancora qualche giorno. Ora le temperature dovrebbero alzarsi. Ma c’è il rischio di perdere in parte anche la produzione del 2018. Il problema è che quando ha gelato c’erano già le gemme, d’inverno la gemma è protetta dal legno, può andare anche a meno 20 e non secca, ma purtroppo è andata così.

Come Consorzio facciamo quello che possiamo, appena le piante daranno segni di vita, faremo un comunicato su quali azioni intraprendere sui vitigni, ad esempio se sarà opportuno concimare, E’ inutile fare previsioni, non c’è uno storico quindi nessuno sa cosa succederà.