Dieci “comandamenti” per produrre vino in modo responsabile verso l’ambiente e la società. Parte da Gavi la battaglia per vino sostenibile, proprio dove nel 1859 il marchese Luigi Cambiaso impiantò i primi vigneti del Cortese di Gavi, che quest’anno festeggia i vent’anni della Denominazione di origine controllata garantita: la Tenuta Centuriona. Oltre cento tra produttori e giornalisti da tutta Italia venerdì hanno redatto la Carta di Gavi del vino responsabile, che contempla la tutela della terra e dell’acqua, il contrasto ai cambiamenti climatici, l’impegno per la sostenibilità e la protezione della biodiversità, la fiducia nelle persone, fino al risparmio delle risorse naturali, alla promozione della cultura e delle arti e alla creazione del benessere per il territorio. Un decalogo che punta quindi a dare un ruolo importante nella società per le aziende vitivinicole del Gavi docg e non solo poiché, come ha ricordato Roberto Ghio, neo presidente del Consorzio tutela del gavi, organizzatore della tre giorni di eventi, “già settant’anni fa la nostra Costituzione parlava della sostenibilità delle imprese”. Un precursore in tal senso è Marco Caprai, amministratore dell’azienda vitivinicola Arnaldo Caprai di Montefalco, in Umbria, al quale è stato assegnato il Premio Gavi La Buona Italia, in seguito a una selezione tra venti realtà dopo il monitoraggio di oltre centocinquanta tra aziende, consorzi e produttori in tutta Italia.

La Centuriona di Gavi

Caprai, in dieci anni di attività ha messo in pratica il protocollo The New Green Revolution, per la sostenibilità economica e ambientale, e il risparmio energetico e il monitoraggio delle emissioni in azienda. Inoltre, ha adottato una coltivazione biodinamica e il primo prototipo di macchina per i trattamenti in vigneto a recupero di prodotto per zone collinari. Infine, il progetto 3K.0 per la tracciabilità degli operatori nella filiera vite e vino. Come ha raccontato Marco Caprai alla Centuriona, “abbiamo puntato soprattutto sul territorio, rispettando un paesaggio agricolo identico da cinquecento anni e investendo anche nell’arte con il museo di San Francesco”. Le menzioni speciali del premio ideato dal Consorzio gaviese sono andate al Consorzio per la Tutela del Franciacorta di Erbusco (Brescia) e a Castello Banfi, azienda vitivinicola di Siena che possiede alcune tenute del Gavi.

Il presidente del Consorzio del Gavi, Roberto Ghio (secondo da sinistra) con i premiati del Premio La Buona Italia

La responsabilità sociale nel mondo del vino – ha detto Ghio – è l’unico futuro possibile, così come credo sia chiaro ormai a tutti che una produzione sostenibile e di qualità non possa prescindere dalla giustizia sociale”. La festa del ventennale del Gavi docg si conclude oggi, a Libarna antica, a Serravalle Scrivia: alle 10, alle 13, alle 15 e alle 18 visite continuative dell’area archeologica con rievocazione storica a cura del Gruppo PraefecturaFabrum e visite guidate con archeologo e narrazione delle scene di vita quotidiana. Dalle 18 alle 20, percorso del gusto tra prodotti De.Co. di Gavi, specialità di Serravalle Scrivia e del territorio, tra cui Coppa al Gavi e Montebore, abbinate al Gavi Docg. Infine, dalle 20 alle 21, concerto per sola arpa di Sara Terzano, con musiche di Haendel, Naderman, Tournier, Godefroid,Hasselmans, Glinka, Satie, Salzedo, Morricone, Rota e altre composte dalla stessa arpista.