Lo scavo della galleria del Terzo valico nel Basso Pieve a Novi Ligure è fermo dall’inizio del 2017 ma la montagna di terra e roccia a rischio amianto ha continuato a crescere a dismisura, cambiando totalmente il paesaggio e facendo sorgere non poche domande. La talpa meccanica che doveva scavare il tunnel del valico verso Serravalle Scrivia non lavora da oltre un anno. Lo stop era arrivato in seguito all’inchiesta delle procure di Roma e Genova che alla fine del 2016 aveva portato in carcere i vertici del Cociv e di molte delle aziende vincitrici delle gare d’appalto. Il lotto Serravalle, al quale fa riferimento il cantiere novese, era stato assegnato nel marzo del 2016 alla Grandi Lavori Fincosit di Roma, che aveva vinto anche il lotto Libarna e il lotto Voltaggio. A gennaio del 2017, però, il Cociv, in autotutela, aveva cancellato tutte o quasi le assegnazioni dei bandi avvenute prima del blitz delle forze dell’ordine, quindi anche quelli vinti dall’azienda romana. “Mi risulta – dice Rocco Politi, segretario provinciale del sindacato Fillea Cgil – che il cantiere sia del tutto fermo da allora, dopo che il contratto con la Grandi Lavori Fincosit era stato rescisso”. Infatti, sul sito terzovalico.it, portale del Cociv dove viene aggiornato l’andamento dei lavori dell’intera opera, per il tunnel da Novi verso Serravalle si parla di soli 214 metri scavati su oltre 2 km totali. Il Cociv, ancora una volta, preferisce non dare spiegazioni, né attraverso l’ufficio stampa né da parte del commissario Marco Rettighieri. Il consorzio non dà indicazioni, quindi, neppure su quando ripartiranno i lavori, a questo punto piuttosto in ritardo. “A quanto pare – spiega ancora Politi – il bando del lotto Serravalle sarà nuovamente assegnato alla Grandi Lavori Fincosit”.

Il cantiere del Terzo valico nel Basso Pieve a Novi Ligure

L’azienda, secondo quanto dichiarato da Rettighieri a suo tempo, nonostante fosse citata nelle intercettazioni delle inchieste del 2016, è risultata estranea all’indagine romana e genovese e ha quindi potuto partecipare nuovamente ai bandi, rivincendo, tra l’altro, la gara per il tunnel a Voltaggio. Come si diceva, nonostante lo stop allo scavo nel cantiere, la montagna di smarino a Novi ha continuato a salire. Quello che tecnicamente viene chiamato nei progetti “rimodellamento morfologico” è cresciuto grazie al materiale arrivato da altri cantieri da centinaia di camion. “C’è da chiedersi – dice Fabrizio Gallo, consigliere comunale di minoranza (M5s) -, nel vedere cosa sta avvenendo nel Basso Pieve, se siano stati rispettati i limiti di altezza del cumulo. Inoltre, raggiunti quei livelli, quando ripartirà lo scavo nel tunnel verso Serravalle dove andrà lo smarino? Continuerà a essere accumulato nella “montagna” creata in quest’ultimo anno?”. Sul sito del commissario di governo del Terzo valico, aggiornato a dicembre, si legge che il sito di deposito del Basso Pieve ha “una capacità di 510 mila metri cubi. Sarà completamente riempita dalle terre da scavo provenienti dai cantieri di linea Castagnola, Moriassi-Radimero, Pernigotti, Novi Ligure e Interconnessione. Attualmente sono stati conferiti e abbancati circa 440mila metri cubi”. Lo stesso sito indica nel cumulo una presenza di fibre di amianto, nei limiti di legge. Va ricordato, infine, che la stessa azienda la quale, secondo il sindacato, avrebbe nuovamente vinto il bando per il lotto Serravalle, cioè la Grandi Lavori Fincosit, sarà anche stata esclusa da ogni accusa per le indagini sul Terzo valico ma, a quanto risulta, è coinvolta nell’inchiesta sulla realizzazione del colle di Tenda. Nelle intercettazioni dell’indagine sul lavoro della galleria fra la provincia di Cuneo e la Francia gli ingegneri dicevano che il cemento utilizzato “era fatto con lo sputo”.