Operazione Triangolo: stavolta manca il giudice

Terzo rinvio del processo che vede imputate 19 persone per aver nascosto i rifiuti sotto i campi coltivati.

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Immagine di repertorio La ex cava di cascina Viscarda, a Sale
La ex cava di cascina Viscarda, a Sale, uno dei siti sequestrati nel 2015, oggi bonificata

Niente da fare: ormai da qualche mese il processo agli imputati dell’operazione Triangolo non riesce a partire. Prima gli errori nelle notifiche ai 19 imputati, accusati di reati ambientali per aver nascosto sotto i campi di grano tonnellate di veleni, stamattina l’assenza del giudice, impegnato nelle elezioni comunali ad Alessandria. È stato quindi sostituito da un collega che potuto solo rinviare l’udienza all’11 luglio. In quell’occasione, salvo altri errori o impedimenti, il processo si spera possa entrare nel vivo. Sono imputati Giorgio e Alberto Franzosi, titolari del gruppo tortonese omonimo; Valerio Bonanno, alla guida della Sap di Spinetta Marengo; Ugo Busi e Daniela Busi, a capo della Busi Ugo di Castelceriolo; Sandro Gandini e Andrea Gandini, padre e figlio di Voghera, titolari della Autotrasporti Gandini e della Eurosabbie; Francesco Ruberto e Daniele Ruberto, padre e figlio alla guida delle aziende Idrotecnica, Ruberto Scavi, Ruberto Spa e Immobiliare Patrizia, a processo insieme a Patrizia Guarnieri, moglie di Francesco Ruberto e titolare della Edilderthona; Giorgio e Christian Perasso, di Arquata Scrivia, alla guida della Perasso Giorgio.

Inoltre, Gino Mamone, residente ad Avolasca, già titolare della Ecoge di Genova, di cui è amministratrice la moglie, Ines Capuana, e di cui era gestore, all’epoca dei fatti, Alessandro Cavanna, di Sant’Olcese (Genova). Inoltre, Francesco Paolo Caovilla, di Sarezzano, dipendente della Franzosi Cave e Mansueto Serreli, di Alessandria, gestore della ex cava Vidori di Tortona per conto di Ruberto. Infine, Laura Zerbinati, di Druento (Torino), consulente del gruppo Ruberto e Loredana Zambelli, di Serravalle Scrivia, responsabile del laboratorio Biogest di Novi Ligure, dove, secondo l’accusa, si eseguivano analisi “compiacenti” per catalogare i rifiuti come smaltibili nelle ex cave anziché in discarica. Sono costituiti come parte civile i Comuni di Sale e Tortona e il ministero dell’Ambiente.