Palazzetto dello Sport di Vignole Borbera
Palazzetto dello Sport di Vignole Borbera

Il signor Cristiano Sias, fondatore di Cuspide, l’associazione che ha gestito per qualche mese il Palazzetto dello Sport di Vignole, ha fortemente criticato il nostro articolo pubblicato il 17 marzo dal titolo: “È divorzio tra il Comune di Vignole e la Asd Cuspide”, asserendo che tutto ciò che vi è riportato sia falso e ci ha accusato di aver dato voce solo all’amministrazione.

Questo è vero ma, e c’è un ma, l’articolo è stato redatto in conformità a documenti pubblici, visibili in Municipio, dove si evince che l’associazione Cuspide, ha firmato il contratto di gestione il  21 di novembre, e ha pagato l’affitto, che corrispondeva a 10 giorni di utilizzo del Palazzetto, il 19 gennaio, il 27 dello stesso mese, è stato versata la quota di dicembre, poi nient’altro, né per gennaio e neppure per febbraio. Visto che il motivo principe della risolizione del contratto è la morosità, non abbiamo ritenuto approfondire l’argomento. Resta comunque che Cuspide abbia diritto di replica, sugli argomenti trattati nell’articolo.

Il signor Sias, in una lunga lettera, che spesso esula dal nostro articolo, e che quindi abbiamo per ovvie ragioni sintetizzato, dice di voler “precisare meglio la posizione dell’associazione Cuspide”. Si chiede come un disoccupato, che vive in una casa popolare e che ha chiesto un prestito per fondare l’associazione utile per gestire la struttura, possa pagare 500 euro di canone anticipato e aggiunge che il sindaco Giuseppe Teti, conosceva il problema, ma non gli importava e aggiunge che gli veniva impedito di lavorare e quindi di pagare l’affitto alla scadenza naturale.

Il signor Sias scrive inoltre: “Perché una proposta di gestione presentata a luglio dalla costituenda Cuspide trova la sua accettazione e firma soltanto il 21 novembre in trattativa privata. C’è continuità di comportamento rispetto agli anni precedenti che tende di norma a restringere i tempi e limitare i costi allo “strettamente necessario”, intendendo come tale sia i periodi “obbligatori” (cioè quelli delle scuole che soprattutto dopo la chiusura della palestra si riversavano al palazzetto) sia quelli “d’interesse economico diretto” (associazioni paganti, manifestazioni, scuola calcio ecc.), garantendosi al contempo un supporto di accoglienza, pulizia e servizi vari a “basso costo” o addirittura “pagante”.  C’è una logica quindi nel pensare che, scaduti tali obblighi e riducendosi le entrate dirette, anche il “supporto” non serva più e l’analisi costi benefici diventi decisiva in merito, senza curarsi del fatto che la struttura, prima che un costo, dovrebbe essere un servizio per la cittadinanza, soprattutto in assenza di strutture alternative. Un’associazione neo-costituita non dispone ancora dei fondi per pagare un canone di gestione e infatti negli accordi verbali c’era quello di pagare entro il mese successivo a quello di attività.”

“È quindi vero che “Le motivazioni sono di ordine puramente economico”, come dice il vostro articolo, ma è altrettanto vero che il sindaco non dice tutta la verità. E’ falso che abbiano inviato solleciti, è stata inviata solo una disdetta raccomandata con decorrenza immediata e senza alcun preavviso che è stata ricevuta dall’associazione la prima settimana di marzo, nella quale si dichiarava che addirittura non avevamo pagato neanche il mese di novembre. Ma in quel momento, ricevute alla mano,  l’unico canone da pagare era il mese di febbraio. È curioso che si parli di affitto di marzo, con una delibera della disdetta del 21 febbraio. È falso che nel contratto sottoscritto si dice che per  la verifica dei consumi  si sarebbe considerata la media degli ultimi 6 mesi della gestione precedente, in quanto nei sei mesi della gestione precedente non solo le centrali termiche erano ferme per un guasto da inizio anno, quindi con consumi quasi a zero da gennaio a ottobre, ma il palazzetto è stato chiuso per un periodo considerevole.”  

“Se i costi si sono alzati è stato soltanto perché, anche a causa della chiusura della palestra, gli accessi gestiti dal comune nelle ore di sua competenza, con la distribuzione di numerosi badge elettronici di cui  non avevamo l’informativa (quindi non controllabili da Cuspide), sono triplicati e perché non c’è stato praticamente un fine settimana (per contratto assegnato a Cuspide) in cui il comune non si fosse appropriato invece della struttura e luce e gas venissero utilizzati a ciclo continuo in modo indiscriminato. E’ falso che delle condizioni di spogliatoi, bagni e del palazzetto “si lamentassero tutti”. Cuspide ha almeno una sessantina di soci e altrettanti utilizzatori pronti a giurare il contrario. Tutti i soci Cuspide, associazione riconosciuta dal Coni, sono assicurati sugli infortuni. Cuspide ha cambiato un terzo delle luci esistenti, acquistato atrezzature, riattivato bagni chiusi da anni, riparato bocchette di climatizzazione a 6 metri dal suolo una per una, in un palazzetto in cui piove dentro.”

“Infine, la “squadra amatoriale” di cui parla il sindaco Teti era costituita quasi completamente da soci Cuspide, oltre che frutto della nostra attività, e io non ho mai detto che Teti si sia “intascato i soldi”, ma solo che li aveva presi. L’ha fatto, dopo aver aperto personalmente il palazzetto, togliendoli all’associazione che ne aveva diritto e quindi ai soci giocatori, la sera del martedì 14 marzo, dopo che il badge Cuspide era stato  disattivato su decisione del sindaco la mattina stessa, presa in modo unilaterale (senza aspettare la riunione di giunta che avviene ogni martedì sera) e con decorrenza immediata. Non vediamo per quanto detto motivazioni di querela e non crediamo, dopo il trattamento  ricevuto, di dover dare delle scuse”.

Cristiano Sias – Asd Cuspide