Partito il “Choco days” con la “lingua di cioccolato” da 15 metri

Ma non doveva essere una tavoletta da Guinness?

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Preparazione della cosiddetta "tavoletta da Guinness"

L’inizio del Choco days, la manifestazione dedicata al cioccolato inteso anche come simbolo di Novi Ligure, non è propriamente stato col botto.

Anzi, forse gli sparuti spettatori accorsi in piazza Carenzi per il “taglio del nastro” (che con molto pudore da parte dei politici che si sono defilati molto prima della fine dello “spettacolo” non c’è stato) si sono sentiti, per così dire, presi un po’ per i fondelli (per usare un eufemismo). Più che un taglio del nastro abbiamo quindi assistito a un “taglio della corda”.

La conferenza stampa di presentazione del Choco days aveva annunciato con tanto di brochure in carta patinata e cartellina, pure patinata, l’attesa manifestazione, lontanissima parente, anzi in proporzione addirittura “aliena” rispetto a quella perugina o di tante altre più modeste. La ripresa della notizia da parte dei media, lasciava intravedere qualcosa d’importante anche e soprattutto per questo inizio di una tre giorni dove il cioccolato dovrebbe (lasciamo ancora spazio a un po’ di speranza) trionfare. Ieri il piatto forte doveva essere la presentazione, ripetiamo, come da brochure e conferenza stampa del: “Taglio del nastro venerdì 13 ottobre alle 18 con la sfida a tempo della squadra dei maestri cioccolatieri Choocomoments che realizzerà in presa diretta una tavoletta da Guinness lunga 15 metri, offerta in degustazione gratuita a tutti”. Ma va…?

E qui viene il bello. La “squadra di maestri cioccolatieri” era formata da un solo elemento (forse un “one man team”), Dario Spezza, allievo di Giancarlo Maestrone, lo chef di punta del Choco days e “patron” dell’azienda Chocomoments. Vabbé, in questo periodo di crisi va bene anche ridurre la “squadra di cioccolatieri” e magari anche la materia prima da distribuire. Così, l’unico superstite del team (forse l’unico caso da Guinness) si è prodigato a sciogliere un paio di chili di cioccolato (forse più?)  e a disporli in una piccola conca (come si vede in foto). Chi si aspettava stampi perfetti disposti su una tavola con ripiano d’acciaio pronti ad accogliere la “colata”, si è dovuto arrendere a un banalissimo versamento del prezioso “cibo degli dei” su una lunga striscia di carta forno appoggiata su tavolini arrangiati. Però la lunghezza ci stava. Erano davvero 15 metri!

Mancava però la correttezza della definizione. Se per campione di tavoletta prendessimo appunto una tavoletta “Lindt” (meglio giocare fuori casa) notiamo che la larghezza è di 8,3 centimetri e spessore uniforme 0,8 centimetri. Perfettamente rettangolare (29 centimetri di lunghezza). La “lingua” era invece di larghezza irregolare e di spessore approssimativo. Quindi se si millanta una tavoletta tirando in ballo il Guinness, si spera quantomeno di rispettare gli elementari canoni che oltre che nelle proporzioni industriali/artigianali sono nell’immaginario popolare.

Più verosimilmente  si è trattato di una lingua di cioccolato fuso fatto raffreddare con una scritta apposta alla fine.

Bene ha fatto la pattuglia di politici e funzionari comunali che hanno presenziato all'”inaugurazione” del Choco days a tagliare la corda dopo aver notato i sorrisini increduli degli intervenuti e a migrare verso gli unici due (dico 2) stand disposti in piazza Dellepiane che hanno dato l’idea della mostra – mercato, sempre dichiarata in brochure, manifestoni, manifestini  e conferenza stampa.

Altro che Guinness (e omettiamo volutamente “dei primati”). Prendiamo dunque atto che si è voluto leggermente travisare, forse involontariamente e in buona fede (?) l’opera del “one man team” di cioccolatieri per tirare fumo, sia pur al sapor di cioccolato, negli occhi dell’ignaro novese intervenuto in questa “sontuosa” inaugurazione del Choco days.

La procedura prevista dai fondatori del libro dei record (la prima edizione risale al 1955 ed è nata in Gran Bretagna) è diversa secondo il tipo di primato che si intende stabilire. Se si tratta di un record culinario, per esempio una torta, è necessaria la certificazione di un ispettore sanitario della Asl che stabilisca peso, dimensioni, ingredienti, commestibilità. Nel caso invece di un record sportivo, è richiesta la dichiarazione di un giudice di gara. Se si tratta poi di collezioni, bisogna produrre un atto notarile.

Si doveva dunque proprio specificare “Guinness”? E’ come se si dicesse: “Domani anelli d’oro da Guinness…” e invece vengono distribuiti anelli da lattine di birra tinti color ottone. Chissà cosa ne penserebbe il comitato londinese.

Si è voluto scherzare, non ce ne voglia nessuno. Il diritto di critica è sacrosanto anche in una nazione a bassissimo livello di libertà di stampa come l’Italia. Ma crediamo che Novi e la sua grande tradizione legata al cioccolato, grazie alla presenza di industrie storiche, meriti molto di più di una lingua di prodotto versata su un tavolo e dichiarata come “tavoletta da Guinness”.

Speriamo bene per domani e dopo, perché è stata annunciata, sempre per le 18 in piazza Carenzi domani, un altro cooking show, dove la “squadra di maestri cioccolatieri” dovrebbe preparare la “Pralina di Novi” con un prodotto “a sorpresa”. Non vediamo l’ora di esserci.