L’area umida di Voltaggio dove vivevano sette specie animali, distrutta dai lavori del Terzo valico, sarà “compensata” con la creazione di due nuovi boschi a Gavi, nella Riserva del Neirone, e ai laghi della Lavagnina. Lo prevede la proposta presentata dal Cociv alle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, ente che gestisce il sito di importanza comunitaria (sic) “Capanne di Marcarolo”, dove si trova l’ex cava Cementir. Qui da anni si stanno accumulando terre e rocce provenienti dai cantieri del Terzo valico e, come denunciato da Legambiente, per fare spazio al cosiddetto smarino, è stata distrutta un’area umida sito principale di riproduzione in Val Lemme per tre specie animali (rospo comune, rana dalmatina, rana temporaria), oltre a un bosco in riva al Lemme. Per sette anni prima il Parco Capanne di Marcarolo poi l’Appennino Piemontese hanno cercato un confronto con il Cociv per ottenere le compensazioni previste dalla normativa europea che ha istituito il sic.

Gavi: la riserva naturale del Neirone

Ora il Consiglio dell’Appennino Piemontese ha votato a favore dello studio di fattibilità proposto dal Cociv ma i consiglieri hanno chiesto “vigilanza rispetto alle modalità di realizzazione dei due nuovi boschi, cioè utilizzando al minimo i mezzi meccanici nelle due aree protette. Il Cociv dovrà farsi carico, anche economicamente, sia della progettazione che delle autorizzazioni necessarie. Dovrà inoltre fornire garanzie sul rispetto dei tempi”. L’ok del Consiglio serve ad avviare l’iter di approvazione.

Il diga superiore della Lavagnina

A Gavi lo studio prevede nuove piantumazioni di alberi per ridurre la presenza di acacie e di arbusti per fare posto a specie del posto, come l’ontano nero, in ben 1.200 esemplari, lungo le rive del Neirone, dal quale saranno anche eliminati i numerosi tronchi presenti nell’alveo. Prevista la piantumazione dell’ontano nero anche ai Laghi della Lavagnina, a monte della diga superiore. Interventi che, se approvati, saranno realizzati in cinque anni. “La proposta – sostiene Mario Bavastro (Legambiente) – non compensa il danno subito nell’area della ex cava di Voltaggio e lo studio prevede interventi insignificanti, anche economicamente, vista la spesa (50 mila euro) rispetto alla distruzione della zona umida. Ricordo che gli alberi piantati dal Cociv lungo il Lemme in questi anni al post di quelli tagliati per la scogliera sono quasi tutti seccati”.