Se il gruppo turco Toksoz, titolare della Pernigotti, ha ricevuto fondi europei, deve restituirli prima di delocalizzare”. Lo dice Tiziana Beghin, europarlamentare dei 5 stelle, a proposito della decisione della proprietà di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure, lasciando a casa 100 dipendenti e 130 interinali, i primi con un solo anno di cassa integrazione, nulla per gli altri. Mentre è trascorsa la prima notte di sciopero a oltranza per scongiurare lo stop allo stabilimento previsto a inizio dicembre, Beghin dice: “La scelta di chiudere la produzione in Italia è la decisione economica di una società privata che il governo non può impedire, ma le colpe vanno rintracciate tra chi, negli ultimi anni, ha permesso la svendita di innumerevoli imprese storiche italiane, consegnandole nelle mani di chi pensa solo al profitto, senza rispetto per tradizioni centenarie e per i posti di lavoro. Tuttavia, come annunciato dal ministro Di Maio, se un’azienda ha ricevuto contributi pubblici deve restituirli prima di delocalizzare.

Tiziana Beghin
Tiziana Beghin

Per questo ho inviato una interrogazione urgente alla Commissione Europea, chiedendo se Pernigotti abbia ricevuto fondi europei da quando è stata acquisita dalla nuova proprietà turca. Ma non solo – prosegue l’europarlamentare -: negli ultimi dieci anni la Turchia ha ricevuto più di 10 miliardi di euro di fondi europei. Per questo ho chiesto se il gruppo turco che ha acquistato Pernigotti abbia beneficiato di questi fondi in Turchia agevolando così la delocalizzazione. Non sappiamo ancora – conclude Beghin – se questo è il caso, ma se così fosse chiederemo alla proprietà turca di restituire all’Italia e all’Europa i contributi ricevuti. E non faremo sconti”. Intanto, il consigliere regionale Luca Rossi (Fi) annuncia un’interrogazione alla Regione affinchè “convochi i vertici aziendali per tentare di convincerla a non lasciare l’Italia e l’Alessandrino. Va coinvolto anche il ministro del Lavoro che con il decreto Dignitá aveva promesso che non avremmo più visto scippi come quello che sta vivendo la città di Novi con la Pernigotti”.

ULTIM’ORA. Pernigotti S.p.A., in riferimento alle notizie pubblicate sulla società a seguito dell’annuncio della chiusura delle sole attività dello stabilimento di Novi Ligure, intende precisare che è intenzione dell’azienda dare corso all’esternalizzazione delle proprie attività produttive unicamente presso il territorio nazionale.

Come già ribadito anche in sede di confronto con le Parti sociali, nel rispetto della storicità del brand Pernigotti e con l’obiettivo di mantenere la qualità distintiva dei propri prodotti, la Società sta procedendo all’individuazione di partner industriali in Italia, a cui affidare la produzione, coerentemente anche con l’obiettivo di cercare di ricollocare il maggior numero possibile di dipendenti coinvolti presso aziende operanti nel medesimo settore o terzisti.

A tal fine l’azienda sta già dialogando con alcune importanti realtà italiane del settore dolciario.