Il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio se è portato a casa la felpa bianca di una delle lavoratrici della Pernigotti come ricordo della giornata di ieri nella fabbrica di Novi Ligure e delle persone che ha incontrato. Una in particolare, Antonella Tosi, 55 anni, di Gavi, che gli ha appunto regalato la sua felpa aziendale. “Di Maio – racconta la donna – ci ha ridato fiducia dopo tante settimane di sciopero qui in fabbrica. Ogni giorno che passava, fino a ieri, pur essendo tutti uniti e decisi nell’andare avanti per tutelare i nostri posti di lavoro, sentivamo un po’ di sconforto”. Antonella non è dipendente ma una interinale, quelle che un tempo erano le lavoratrici stagionali e che oggi hanno ben poche garanzie. Per esempio, non avranno neppure la cassa integrazione ma solo la disoccupazione.

Luigi Di Maio con Antonella Tosi

“Il vicepremier – racconta ancora Antonella Tosi – ci ha assicurato la sua vicinanza e il suo impegno nei nostri confronti. Quando mi ha chiesto un ricordo di questa giornata sono corsa in auto a prendere la felpa e gliel’ho firmata sul colletto”. Di Maio era accompagnato, tra gli altri, dal vicecapo di gabinetto del Ministero dello Sviluppo economico Giorgio Sorial, che martedì presiederà a Roma, al ministero del Lavoro il tavolo sulla Pernigotti. Fuori dall’ingresso ci saranno proprio i lavoratori della fabbrica novese. Ieri il ministro, accolto dal sindaco Rocchino Muliere, nell’incontro con lavoratori, sindacati e istituzioni, ha annunciato una legge “Pernigotti” per tutelare le aziende storiche italiane, legando il marchio al territorio, per impedire, come ha assicurato, altri “spezzatini”, proprio come intende fare il gruppo Toksoz con la Pernigotti: tenersi il marchio per cedere ad altri la produzione dei cioccolatini e di tutti gli altri prodotti.

Alla Perigotti c’era anche i lavoratori dell’Iperdì ad attendere Di Maio

Di Maio non ha dato certezze per la fabbrica novese perché, come ha spiegato, “molto dipende dalla volontà della proprietà. Cercheremo di spingere i Toksoz a cedere anche il marchio. Due mesi fa volevano chiudere il sito di Novi e stop, commercializzando il marchio, poi, dopo incontro con il presidente del consiglio Conte si sono almeno impegnati a trovare un acquirente tramite l’advisor, anche perché abbiamo detto loro che devono essere riconoscenti verso i lavoratori. Ora ci sono ora tante manifestazioni di interesse per questo stabilimento”. Proprio l’advisor, martedì a Roma, potrebbe ufficializzare le offerte che sarebbero arrivate, a cominciare dal fondo pensioni indiano. “In caso contrario – ha detto ieri Di Maio – chiederemo altro tempo prima di avviare la cassa integrazione richiesta dall’azienda. Il governo vuole risolvere questa vertenza ed è al vostro fianco”.