Giornata della verità oggi a Roma per il futuro della Pernigotti. A mezzogiorno è in programma al ministero del Lavoro l’incontro tra sindacati e proprietà dell’azienda per decidere sulla cassa integrazione per i 100 dipendenti, dal 7 novembre in sciopero insieme ai 150 interinali, contro la chiusura dello stabilimento dove nascono i famosi gianduiotti. I Toksoz, come è noto, dal 6 di novembre vogliono una cassa integrazione per cessazione, cioè un anno di ammortizzatori sociali e stop, tenendosi il marchio per spostare la produzione in altre fabbriche italiane proprietà di altri gruppi, togliendosi così il peso dei costi del personale. Nell’incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio, lunedì sera, era stata però concordata una richiesta di cassa integrazione per reindustrializzazione, cioè più anni di ammortizzatori sociali per i dipendenti e l’azienda obbligata a mettere soldi sul sito per ristrutturarlo. Il giorno dopo, un comunicato dei Toksoz ha però ribadito la volontà di chiudere la fabbrica, al termine della proroga alla chiusura concessa fino a 31 dicembre . I sindacati oggi chiederanno ovviamente la “cassa” per reindustrializzazione e si vedrà cosa proporrà la proprietà turca.

Gli stessi sindacati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil provinciali ieri hanno diffuso un appello alla partecipazione alla manifestazione di domani pomeriggio. “Dopo cinque anni di bugie, decisioni scellerate e risultati disastrosi – dicono i sindacalisti – la famiglia Toksoz ha annunciato la chiusura dello storico stabilimento della Pernigotti di Novi Ligure, acquisito nel 2013 dalla famiglia Averna, minacciando di licenziare e lasciare senza prospettive centinaia di lavoratrici e lavoratori tra diretti e indiretti. I dipendenti della Pernigotti, una delle realtà industriali più prestigiose del settore alimentare, insieme al territorio novese e alessandrino, non intendono rassegnarsi all’ennesima chiusura e all’ennesima devastazione di un territorio da parte di predoni travestiti da imprenditori. Per questi motivi – proseguono le tre organizzazioni sindacali – sabato 1 dicembre si terrà a Novi Ligure una grande manifestazione per dire NO alla chiusura dello stabilimento, NO ai licenziamenti, NO alla rassegnazione. Saremo tanti! Troviamoci tutti a Novi Ligure alle 15,30 presso lo stabilimento Pernigotti in Viale della Rimembranza 100, da cui partirà il corteo per raggiungere Piazza Delle Piane dove si concluderà la manifestazione”. Intanto, i consiglieri comunali novesi hanno deciso di devolvere i loro gettoni di presenza ai Consigli comunali di dicembre (tre sedute) nel fondo di solidarietà organizzato a favore dei lavoratori Pernigotti e Iperdì. Ricordiamo i dati: del conto corrente bancario intestato alla Caritas: iban: IT48N 03111 48420 00000 0000838; causale: solidarietà dipendenti Pernigotti.