I suini da compagnia non devono essere macellati a causa della peste suina africana. Il ministero della Salute ha ufficialmente stabilito quanto auspicato dai proprietari di questi animali da affezione e dalle associazioni animaliste, come la Lega anti vivisezione (Lav). Sono più di quanti si possa pensare i cinghiali e i maiali che sono tenuti come gatti e cani e quindi non a scopo produttivo ma con gli ultimi provvedimenti della Regione dovevano anch’essi essere macellati essendo paragonati ad animali da allevamento pur non essendo tali. Ora, sollecitato dalla Lav che aveva annunciato un ricorso al Tar, il ministero ha stabilito che la procedura di macellazione è derogabile per questi animali “ma il proprietario deve garantire la contenzione, il controllo degli animali e l’assenza di contatti con altri suini, sia domestici che selvatici. Se tenuti all’aperto, occorre che siano custoditi in aree recintate”. Poche settimane fa in val Lemme era stata Marta Traverso, di Carrosio, a denunciare il rischio che le sue due scrofe di cinghiale, Piggy e Holly, finissero al macello.

Una delle scrofe di Marta Traverso

Marta, dal 7 gennaio, giorno della scoperta del primo caso di peste suina a Ovada, aveva installato una doppia recinzione nel recinto della sua cascina di Voltaggio, dove vivono i due animali, e si era anche organizzata per farli vivere della stalla fino al termine dell’emergenza. Questo per evitare contatti con i cinghiali selvatici e quindi con la malattia che rischia di mettere in ginocchio il settore dell’allevamento suino Il ministero fa sapere che sarà emanato un provvedimento per la registrazione dei suini da affezione e dei loro proprietari. La Lav commenta: “È una grande vittoria, che dà ragione del nostro intervento e fa tirare un sospiro di sollievo ai tanti cittadini che ci hanno contattato chiedendo la nostra assistenza legale per salvare i propri maiali, maialini o cinghiali, tenuti come animali di famiglia. Abbiamo salvato centinaia di animali e affermato che anche in caso di problemi sanitari, gli animali non possono essere condannati a morte in via preventiva”.