L'incontro di Cantalupo sulla Psa (foto Massimo Sorlino)

riceviamo e pubblichiamo:

Nella riunione organizzata presso la sala polifunzionale del Comune di Cantalupo ligure del 9 aprile scorso sono emerse le seguenti istanze che rivolgiamo agli enti e alle persone in indirizzo: 1) la necessità di ridefinire da parte della Regione Piemonte le modalità di svolgimento delle attività all’aperto ai sensi di quanto indicato nell’articolo 1, paragrafo vi, dell’ordinanza del 25 marzo 2022 del Ministero della Salute, Commissario straordinario alla peste suina africana; a tal proposito noi proponiamo: – che si consenta alle popolazioni locali e ai potenziali visitatori di muoversi anche lungo le strade bianche e i sentieri ufficiali indicati con apposita segnaletica, senza possibilità di sconfinare all’interno dei boschi e nel rispetto di alcune norme minime di prevenzione tipo la disinfezione delle scarpe una volta effettuati i percorsi con prodotti di comprovata efficacia; 2) una maggiore chiarezza da parte degli organi competenti circa l’installazione della barriera artificiale sia per quel che riguarda l’areale su cui verrà dispiegata sia sulla sua effettiva funzione; da parte dei responsabili istituzionali presenti alla riunione (Regione, Provincia e parlamentari) ci è stato detto che appena inizierà l’installazione di tale barriera sarà possibile iniziare gli abbattimenti sistematici dei cinghiali con l’ausilio delle squadre di cacciatori, ma quanto scritto nell’articolo 1, comma v, della sopracitata ordinanza recita testualmente:

Monte Giarolo: secondo le regole sulla Psa,, è impossibile da raggiungere…Foto Trekking Inside – Alessandra Marchesotti

“L’autorizzazione in deroga alla caccia di selezione al cinghiale di cui all’art. 1, comma 1, secondo capoverso dell’ordinanza ministeriale citata (quella del 13 gennaio 2022), è subordinata all’installazione della barriera artificiale” contraddice quanto ci è stato detto per cui deduciamo che fino a quando non sarà completata la barriera, come del resto è logico vista la sua funzione di isolamento, non sarà possibile effettuare all’interno dell’area interessata attività di caccia in deroga a quella di selezione. Noi riteniamo che questa barriera di contenimento sarà di difficile installazione su un territorio frastagliato come il nostro, con inevitabili soluzioni di continuità, e inoltre i tempi di messa in opera dell’impianto consentiranno ai cinghiali di riprodursi regolarmente e quindi di moltiplicare la densità dei soggetti ricettivi della peste. Pertanto, in alternativa a questo progetto la cui responsabilità tutti gli intervenuti hanno scaricato sull’Europa (che in verità non ha mai dato disposizioni cogenti in questo senso, ma l’ha indicata come una delle soluzioni adottate in alcuni paesi della UE per il contenimento dell’epidemia; qualora gli organismi competenti italiani fossero stati in grado di prospettare soluzioni alternative ritenute adeguate dalla Commissione Europea si sarebbe potuto, dunque, procedere diversamente),

caccia (foto di yuri colleoni)

noi proponiamo: – dare inizio tempestivamente agli abbattimenti concentrici, utilizzando le squadre di cacciatori che hanno dato la loro disponibilità, prima dell’ulteriore incremento della vegetazione e della natalità primaverile di nuovi soggetti. 3) precise disposizioni legislative riguardo alle piccole aziende del settore suinicolo, presenti in modo consistente sul nostro territorio, che tengano conto sia del valore qualitativo rappresentato dalla loro filiera sia delle difficoltà che tali aziende avranno nei prossimi anni ad ammortizzare gli investimenti fatti. Per garantirne la sopravvivenza pertanto chiediamo: – ristori adeguati al mancato reddito dovuto alla macellazione coatta anticipata; – ristori relativi al tempo di vacanza delle riproduzioni a cui saranno costretti questi allevatori; – un premio specifico che compensi la perdita di mercato che avranno queste aziende in quanto, per un periodo ancora difficile da stabilire, non potranno offrire i loro prodotti; – la messa in biosicurezza delle strutture di contenimento degli animali con fondi pubblici; – un sostegno a fondo perduto per progetti di riconversione dell’attività suinicola implementando nuove attività o potenziando altri settori aziendali; 4) misure di ristoro adeguate anche per tutte quelle attività agrituristiche e di promozione escursionistica presenti sul territorio interessato dall’epidemia che, dopo aver subito le restrizioni del Covid 19 negli ultimi due anni, si trovano in questo modo impossibilitate a riprendere le loro attività a pieno regime. Questo è quanto è emerso nel corso del dibattito, durante il quale sono intervenuti sia gli amministratori locali che i rappresentanti di categorie e associazioni del territorio e singoli cittadini che sono pronti a coadiuvare le istituzioni e a fare la loro parte nella lotta contro la PSA, purché le norme restrittive e di sacrificio che vengono imposte siano sensate e non soltanto dovute burocraticamente.

Pierluigi Debenedetti, sindaco di Cantalupo Ligure

Maurizio Bisio, vicesindaco di Voltaggio