La barriera anti Psa in costruzione a Ponzone, nell'Acquese

La costruzione della recinzione anti peste suina è in notevole ritardo. Doveva essere allestita entro fine giugno, traguardo impossibile da raggiungere visto che fino a pochi giorni fa erano stati realizzati appena 2 chilometri circa in poco meno di un mese nel solo territorio di Ponzone e che il tratto previsto a est, in alta Val Borbera, non è ancora iniziato. Lo Stato ha stanziato 10 milioni di euro per quest’opera suggerita dalla Commissione europea e fatta propria dal governo e dalle Regioni Piemonte e Liguria, utile, sulla carta, a contenere i cinghiali evitando la diffusione del virus e permettendo l’avvio degli abbattimenti con cani e squadre di cacciatori nella zona infetta. Finora, nonostante gli annunci, i risultati non ci sono. “E’ vero – dice il commissario per l’emergenza Psa Angelo Ferrari – la costruzione della recinzione è in ritardo. Doveva essere terminata entro giugno ma in realtà ne sono stati costruiti circa 2 mila metri a Ponzone mentre in Val Borbera, a Mongiardino Ligure, si partirà solo entro fine mese. I motivi del ritardo? Sono molteplici, per questo ho chiesto delucidazioni a Scr (la società della Regione che ha assegnato e assegnerà l’appalto della rete, ndr) e ho richiesto all’impresa di lavorare anche sabato e domenica”. Da Ponzone, la recinzione deve arrivare a Cassinelle, dove però i casi di Psa sono già numerosi, 4 per la precisione, con il rischio di dover spostare più a ovest la barriera. Il tracciato proseguirà poi verso Molare e il confine con la Liguria. “Confido – continua Ferrari – che i cantieri si possano chiudere entro sessanta giorni. Sono ottimista di natura, se non lo fossi non farei questo mestiere”.