Peste suina. Lettera ai sindaci valligiani affinché permettano l’accesso ai boschi

0
1247

Il Comitato per il territorio delle Quattro Province, firma insieme a “Borberambiente”,  a “Il cammino dei ribelli”, all’Associazione Albergatori e Ristoratori e a Federalberghi Alessandria, una lettera indirizzata ai sindaci dei comuni delle Valli Borbera, Spinti, Curone, Grue e Ossona, chiedendo di rivedere l’ordinanza ministeriale emessa per fronteggiare l’epidemia di peste suina  che impedisce nei territori colpiti fino a giugno l’accesso ai boschi e ai sentieri per evitare il contatto con i cinghiali infetti.

Questo il testo:

“Si avvicina la stagione durante la quale si ha la maggior frequentazione dei nostri sentieri, ed appare sempre più evidente la gravità di una simile restrizione, nella misura in cui comprende l’escursionismo, il trekking, le attività outdoor in generale: da una parte, essa ha scarsa rilevanza agli effetti di contenimento della PSA, dall’altra, al contrario, gli effetti che ne derivano sono estremamente pesanti in termini di ricadute negative sull’economia locale.

Ricordiamoci che la nostra valle, la val Borbera, si sta avviando a diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati di escursionismo e trekking a vari livelli, grazie a iniziative che hanno visto l’impegno di tante persone: dal “Cammino dei ribelli” (percorso da oltre 300 camminatori in un anno), alla rassegna “Una valle in cammino” (svolta la scorsa estate con grande successo, è ora in preparazione la seconda edizione), alla fitta rete sentieristica curata dal CAI, alla “Via del mare” che dallo spartiacque tra Curone e Staffora prosegue lungo i crinali valborberini, alle iniziative promosse da realtà quali Borberambiente e l’Ente Aree Protette dell’Appennino Piemontese, alle escursioni sui Sentieri della Libertà, a molte altre iniziative locali che offrono a tante persone l’opportunità di vivere a contatto con la natura, esigenza oggi ancor più sentita dopo il drammatico periodo della pandemia.

Considerazioni analoghe valgono anche per le valli Curone e Grue, e per le iniziative che in esse si sono sviluppate (dai “Cammini” storici, come il “Cammino di San Michele”, agli itinerari a tema). Perciò questa lettera è indirizzata anche agli amministratori della valli vicine.

La pratica dell’escursionismo non solo soddisfa un’esigenza di avvicinamento alla natura che è fondamentale per l’essere umano, ma, in concreto, nella nostra valle, contribuisce con cifre importanti a garantire la sostenibilità economica di numerose attività commerciali legate alla ricettività,  al turismo, alla vendita di prodotti locali ecc.

Ai divieti in quanto tali si sta aggiungendo una comunicazione massmediatica e/o istituzionale spesso disattenta, che rischia di danneggiare l’immagine del territorio nel suo insieme (ci riferiamo ad esempio a cartelli apposti recentemente in vari comuni nei quali non ci si cura di specificare che la peste suina non presenta alcun rischio per l’uomo).

Lo abbiamo già detto prima d’ora a chiare lettere e in modo propositivo: il mondo collegato all’escursionismo è disposto ad adottare tutte le misure che possano scongiurare l’eventuale possibilità di farsi vettori del virus, ma non possiamo accettare una proibizione così drastica, applicata senza tener conto di quanto sopra affermato.

Avvertiamo l’esigenza di una forte presa di parola, in tempi brevi e in modi netti, da parte delle istituzioni locali più vicine ai territori: chiediamo perciò ai Sindaci di farsi latori delle nostre istanze e del grave disagio che abitanti, frequentatori e operatori turistici, culturali, economici stanno subendo, disagio che presto si potrebbe tradurre in serio danno economico che andrebbe ad aggiungersi agli effetti dei lockdown pandemici di cui si è avuta recente esperienza.

La nostra richiesta ai rappresentanti più diretti delle comunità locali è di agire al più presto, facendo pressione e sollecitando i decisori per ottenere che le restrizioni di cui abbiamo detto subiscano le modifiche necessarie a consentire – nel rigoroso rispetto di tutte quelle precauzioni e cautele che si riterrà opportuno indicare – un ritorno quanto prima alla libera fruizione del territorio naturale”.