Le indagini, condotte dalla guardia di finanza su disposizione della Procura,  svolte nel settembre e ottobre 2014, all’ex ospedale Sant’Antonio di Ovada, sembrano aver accertato l’ennesimo caso di “furbetti del cartellino”.

Nella desolante  vicenda sono coinvolti ventidue dipendenti, tra medici, infermieri e impiegati del distretto sanitario, che secondo gli inquirenti, durante i loro turni, lasciavano ripetutamente e senza permesso il posto di lavoro per occuparsi di faccende personali, quando il loro cartellino certificava invece la loro presenza all’interno della struttura.

Gli spostamenti sono stati filmati dalle telecamere installate dagli investigatori. Ora i ventidue dipendenti Asl, sono stati raggiunti da avvisi di garanzia. L’accusa loro contestata dal sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Alessandria, Silvia Saracino,  è di truffa aggravata. L’udienza preliminare, per stabilire eventuali rinvii a giudizio, non è ancora stata fissata.

L’Azienda ad oggi, non ha preso alcun provvedimento nei confronti dei ventidue dipendenti, in attesa di comunicazioni dalla magistratura, che chiariscano le posizioni degli indagati.