Poste Italiane non mantiene le promesse, così nell’ufficio postale di Gavi i disagi per carenza di personale continuano. “Rafforzeremo il personale in servizio e ci scusiamo per il disagio arrecato agli utenti”. Così Poste italiane si era espressa a ottobre a proposito dell’unico sportello su tre operativo nell’ufficio di piazza Dante. Da allora, poco o nulla è cambiato, tanto che a gennaio l’allora minoranza consiliare aveva inviato un’istanza a Poste italiane per evidenziare problema. Ora, oltre al personale ridotto all’osso, c’è pure il coronavirus: per evitare contatti ravvicinati le persone vengono invitate a rimanere fuori dall’ufficio. Nei primi giorni del mese tanti anziani si recano nell’ufficio per ritirare la pensione ed è il caos, con attese che arrivano quasi a un’ora, oltretutto in piedi e pure al freddo per non pochi utenti.
Al peggio, ovviamente, non c’è mai fine: c’è chi ha fatto tutta la coda per spedire una raccomandata per sentirsi dire allo sportello che era impossibile inviare la lettera per un problema tecnico.
Poste italiane, oltretutto, preferisce non dare spiegazioni.

L’ufficio postale di Gavi

Sulla vicenda interviene il sindacato Slp Cisl. “Il personale in servizio – dice il sindacalista Lorenzo Bisio – non è numericamente sufficiente per erogare con continuità e qualità i servizi offerti da Poste Italiane alla clientela. A Gavi è prevista ogni giorno la presenza di un direttore, di uno specialista consulente finanziario e di due operatori di sportello. Una circostanza che si è forse verificata una decina di volte in tutto il 2019”. Bisio ricorda che Poste Italiane “in questi anni ha tagliato i costi del personale non applicando il tasso di sostituzione “one to one” per tutti coloro che sono andati in pensione, aumentati in maniera esponenziale con Quota 100. La società ha però continuato a garantire almeno 18 ore settimanali di apertura al pubblico in tutti i comuni della provincia, anche in quelli a redditività prossima allo zero”. In questo modo, sostiene il sindacalista, “il personale viene tartassato con distacchi e trasferte dagli uffici più grandi a quelli più piccoli”. Nonostante l’emergenza coronavirus, “sia pure con dei disagi, certamente non imputabili al personale, tra gravi carenze di organico e pesanti turni di straordinario il servizio, compresa l’erogazione delle pensioni, è stato comunque garantito”.