A Pozzolo Formigaro altri dieci anni di scavi nell’area di cascina Pelosi, a Bettole di Tortona. Li chiede la ditta Scai di Novi Ligure per estrarre dal sito altra ghiaia e altra sabbia rispetto a quanto ricavato dal 2016 a oggi. Finora, infatti, nel sito si è lavorato nel lotto 1, ormai completato, e nel lotto 2. In totale, 102 mila metri cubi. Allo stato attuale, si legge nella relazione che la Scai ha depositato in Provincia, risultano ancora estraibili circa 355 mila metri cubi in altri tre lotti. Nel 2016 il Comune di Pozzolo diede l’ok alla coltivazione fino allo scorso aprile mentre la ditta chiedeva di poter estrarre materiale per cinque anni. Nel frattempo, nel 2017, la Regione ha inserito il sito nel cosiddetto Piano di reperimento dei materiali litoidi del Terzo Valico dei Giovi così la cava potrà essere “recuperata” grazie allo smarino scavato per il tunnel della Grande opera e non a carico della Scai, come accade per molti altri siti. Non solo: cascina Pelosi risulta anche tra le cave dove si potrà estrarre materiale necessario ai cantieri del Terzo valico.

La cava Bettole a Bettole di Tortona

Un sito doppiamente importante, quindi, sotto certi aspetti. Curiosamente, la relazione della ditta Scai dice che la cava si trova a 4,5 km da Pozzolo ma nulla dice su Bettole di Tortona, frazione pozzolese molto più vicina e interessata da altre due cave destinate al deposito dello smarino. Il tema delle cave, che sul territorio pozzolose sono ormai numerosissime e alle quali si aggiunge l’impatto dei cantieri del Terzo valico, è stato toccato nella prima seduta del Consiglio comunale, martedì sera, dopo la conferma del sindaco uscente, Domenico Miloscio. Quest’ultimo ha sottolineato “l’importanza dei controlli ambientali” nel suo programma di mandato. Il gruppo di minoranza è intervenuto evidenziando come “nessuno dei Pozzolesi ha presente l’efficacia dei controlli fatti e che, anzi, non se ne conoscono il numero e nemmeno le modalità, in modo particolare la frequenza con la quale vengono eseguiti”. Secondo quanto riportato dal comunicato diffuso dal gruppo guidato da Stefano Silvano, “il vice sindaco Pappadà ha chiarito che i controlli sono fatti mensilmente e sono pubblicati trimestralmente nel sito internet dell’ARPA e che, comunque, i consiglieri di opposizione possono chiedere direttamente a questo organismo di controllo ambientale le informazioni che desiderano”.

Il deposito intermedio dello smarino del Terzo valico nella cava Romanellotta

I consiglieri di minoranza sostengono di aver verificato nel sito dell’ARPA: “Nella sezione dedicata al Terzo Valico c’è solamente una relazione, pratica 658/2015, relativa al cantiere ubicato nel Comune di Arquata Scrivia e risalente a 5 anni fa. Approfondendo le ricerche nello stesso sito, ma in una sezione diversa, abbiamo trovato altri dati riferiti al nostro Comune e relativi all’inquinamento da polveri sottili: pratica n. G07-2017-01340, durata 11 giorni, dal 17 al 28 giugno 2017; pratica n. G07-2017-02024, durata 20 giorni, dal 24 ottobre al 13 novembre 2017. Le nostre ricerche – prosegue l’opposizione – hanno avuto esiti diversi da quanto dichiarato da Pappadà, chiederemo direttamente all’ARPA i dati per avere un’informazione più completa e approfondita. Riteniamo che comunque sia preoccupante la scarsa informazione data a questi controlli, e ciò è tanto più grave perché il sindaco ed il vice sindaco sono presenti nella Giunta Comunale da 15 anni”.