Spunta un altro impianto fotovoltaico e il Comune di Pozzolo Formigaro è pronto a impugnare l’eventuale l’autorizzazione come per gli altri impianti previsti sul suo territorio. È infatti stato avviato lo scorso anno l’iter per il progetto proposto dalla società Margisolar di Bologna a cavallo dei territori di Pozzolo e Tortona: oltre 100 ettari, di cui 30 occupati dai pannelli, con una potenza di 60 Mw e una condotta elettrica interrata di circa 10 chilometri verso Frugarolo. la Regione ha già espresso parere favorevole e ora tocca agli altri enti. L’impianto è previsto vicino alle cascine Ponzana e Baronina, a Tortona, e alla cascina Ponzanina in Comune di Pozzolo. La Margisolar ritiene sia un impianto agrovoltaico. In sostanza, sotto i moduli fotovoltaici saranno possibili coltivazioni agricole per un totale di 57 ettari. Punta a ottenere l’ok poiché lo Stato intende rispettare Piano nazionale per l’energia e il clima, in base al quale entro il 2030 va garantita la transizione verso le fonti rinnovabili. Per Pozzolo ma per tutto il territorio provinciale la proliferazione dei pannelli sta però compromettendo troppi terreni agricoli con il cosiddetto “effetto cumulo” che non sembra però essere tenuto in considerazione dagli enti a cui spetta l’autorizzazione. A Pozzolo l’impianto proposto dalla Margisolar confina con due impianti fotovoltaici a terra già operativi, è già stato autorizzato l’impianto della Stern v3 di Parma vicino all’ex supermercato Fossati e si attende l’esito della conferenza dei servizi sul progetto proposto dalla Capoda di Milano in località San Quirico. Contro l’autorizzazione alla Stern V3 e le eventuali autorizzazioni per gli impianti Margisolar e Capoda l’amministrazione comunale farà ricorso al Tar in base alla più recente normativa che, ricorda il sindaco, Domenico Miloscio, prevede, tra l’altro, distanze zone vincolate dal punto di vista architettonico o da centri commerciali. Il primo cittadino ricorda di non aver nulla contro le energia rinnovabili ma che serve una pianificazione. La Provincia, su sua proposta, ha istituito una commissione per studiare e regolamentare il fenomeno.