Sono ben 21 le cave autorizzate nel territorio di Pozzolo Formigaro e ora, come già avviene da qualche anno alla Romanellotta, arriverà lo smarino all’amianto in cinque di questi siti, enormi buchi nella campagna che dovevano essere recuperati a suolo agricolo dai cavatori. Costoro adesso sono ben felici di non doversi più far carico delle spese per questo compito, passato al Cociv che con i soldi pubblici riempirà con le rocce scavate nell’Appennino queste voragini che in totale, ha ricordato il geologo Davide Fossati ieri sera nell’assemblea che si è svolta nelle cantine del castello di Pozzolo, dal titolo “Pozzolo non è la discarica del Terzo valico”, “arrivano a 137 ettari. Il piano cave dell’alta capacità prevede per questo paese nuovi depositi di smarino, tutti su terreni ghiaiosi e quindi permeabili e quindi potenzialmente a contatto con la falda. Falda che nel piano cave curiosamente non viene citata dal Cociv, che invece l’aveva indicata nel progetto esecutivo del Terzo valico a proposito dello scavo della linea. Nello smarino ci saranno schiumogeni e polimeri, sostanze inquinanti, oltre all’amianto”.

Pozzolo, l’assemblea di ieri sera sul Terzo valico

Oltre alla Romanellotta, capace di ricevere 1,4 milioni di metri cubi di smarino, già avviata, nel piano cave figurano Cascina Guendalina (740.741 mc), Cascina Cascinone (74.074 mc), Cascina Ponzana (251.852 mc) e Cascina Vassuria (229.630 mc da prelevare e 190 mila mc da riempire) oltre a Cascina Pelosi (333.333 mc), dove verranno prelevati 358 mila mc di ghiaia e sabbia. Il Comune di recente ha impugnato davanti al Tar la delibera della giunta regionale che ha approvato, a luglio, il piano cave, un atto tardivo, secondo il consigliere comunale di minoranza Monica Manfredini, organizzatrice dell’assemblea insieme ai comitati No Terzo valico: “E’ dal 2004 che siedo in Consiglio comunale: i cittadini sono stati tenuti all’oscuro di quanto sarebbe avvenuto con il Terzo valico. Soprattutto, ricordo che nel 2013 il Consiglio, all’unanimità, ha approvato una serie di delibere che, proprio alla luce dell’impatto di questo progetto, esprimevano contrarietà al Terzo valico ma in questi quattro anni né l’allora sindaco Roberto Silvano né l’attuale, Domenico Miloscio, all’epoca assessore, non ha fatto nulla in tal senso”.

Monica Manfredini con Egio Spineto del comitato No Terzo valico

Manfredini ha ricordato le altre delibere, con le quali si chiedeva, tra l’altro, di incaricare un istituto di valutare, all’epoca, la situazione dell’acqua, dell’aria, del traffico e del rumore per avere un riferimento con l’avvio dei lavori, rimaste tutte lettera morta. Il consigliere ha inviato la popolazione “a non essere omertosa, a segnalare i camion del Terzo valico che viaggiano con il cassone scoperto, a far presente se il proprio pozzo ha meno acqua, visto che quello a servizio della Romanellotta preleva 40 litri al secondo”. “Quando – ha concluso Manfredini – nel 2013, in una riunione in Consiglio comunale sul Terzo valico – ho denunciato il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori, diversi rappresentanti delle istituzioni si sono detti indignati per quelle mie affermazioni”. Già allora la ‘ndrangheta aveva messo le mani nei cantieri.